Il Cabalista Di Lisbona by Richard Zimler

Il Cabalista Di Lisbona by Richard Zimler

autore:Richard Zimler [Zimler, Richard]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-07-24T20:43:08.675640+00:00


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La nostra sinagoga, nella Judería Pequeña, è stata costruita nell'anno cristiano 1374 sopra una minuscola altura che fiancheggia l'orlo meridionale delle antiche mura di Lisbona. In fondo a questo pendio c'è una piazzetta al centro della quale sorge un grosso pero, fratello del gigante che una volta gettava la sua ombra nel cortile del nostro tempio nella Piccola Gerusalemme. Una scala di calcare levigato si leva dal groviglio delle radici di quest'albero e sale per una ventina di palmi fino alla conceria di Samuel Aurico, al primo piano, e per altri quindici fino alla sinagoga, al secondo.

Dall'altro lato del tempio passa la rua de São Pedro. Fu lì che i nostri antenati collocarono l'accesso alla nostra micvah, una serie di vasche comunicanti - due riservate al bagno rituale - scavate nella roccia e provviste, come fonte, di un corso d'acqua sotterraneo. Abili negoziati condotti da rabbi Zacuto e da altri ebrei di corte la sottrassero alle massicce confische del 1497 e permisero al nostro chazan, David Moses, di continuare a dirigerla. Naturalmente, non si esigeva più dai nostri uomini e dai nostri ragazzi che si immergessero nelle sue acque prima dello Shabbath. Ma io ho continuato a farlo. Dopotutto, un bagno è solo un bagno, e forse nemmeno il papa può provare ciò che passa nella testa della gente. Oggi, naturalmente, tutto questo è cambiato. Le maledizioni portoghesi si sono trasformate in una corda stretta intorno ai nostri polsi, e le prove non contano più nulla. In tutta la Spagna, fare il bagno di venerdì è ormai una ragione sufficiente per trasformare un uomo in fumo. Dalla settimana scorsa è ormai fin troppo chiaro che Lisbona ha cominciato a gradire il calore di questo fuoco inquisitorio.

Ovviamente, dal tempo della conversione, anche alle nostre donne era stato proibito di purificarsi dopo che la luna aveva fatto appello al rosso delle loro maree. Ma Teresa, la moglie di Manuel, era evidentemente più fedele e coraggiosa di quanto lui avesse mai pensato. Era stata sorpresa dai vecchi cristiani mentre faceva il bagno? Forse era sgattaiolata via senza avere il tempo di vestirsi e, correndo in fondo alla strada, aveva trovato scampo in casa nostra. Sono solo quattro porte a est della micvah, all'angolo che la rua de São Pedro fa con la via del Tempio, la rua da Sinagoga.

La porta dello stabilimento è chiusa a chiave, e nessuno risponde ai nostri colpi. «Non credo che mastro David abbia visto la fine di quella domenica» dico a Manuel, e gli spiego che il chazan non si è presentato all'appuntamento che aveva con me quel pomeriggio alla porta di Santa Catarina.

A dispetto di queste parole, Manuel lo chiama dalla fessura nella porta. La sesta notte della Pasqua ebraica è già calata, grigia e ventosa, sopra la città, e la polvere si alza dall'acciottolato in fitti mulinelli. Manuel si copre il naso con la mano e col piede mena calci alla porta. Non arriva nessuna risposta. «Adesso, dove andiamo?» mi domanda.

«Nel suo appartamento» rispondo. «So dove tiene le chiavi.



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