Il capobranco by J-Liroy Vom Friauler Zar Kaspar Capparoni

Il capobranco by J-Liroy Vom Friauler Zar Kaspar Capparoni

autore:J-Liroy Vom Friauler Zar, Kaspar Capparoni [Capparoni, J-Liroy Vom Friauler Zar, Kaspar]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Zoologia
editore: Rizzoli
pubblicato: 2020-03-03T23:00:00+00:00


Capitolo 13

Da quando è tornato da Milano, Kappa è molto strano. Anche se lui non me lo vuole dire, dev’essere successo qualcosa. È perfino stato via due giorni in più: ha chiamato Luisa e le ha detto che si prendeva una mini vacanza. Dove diavolo è andato senza di me? Da che mondo è mondo, le mini vacanze le abbiamo sempre fatte assieme. No, c’è sicuramente qualcosa sotto e devo scoprire di che si tratta.

Benché sia ancora pensieroso come prima di partire, adesso ogni tanto si illumina, sorride. Rimugino da giorni su cosa possa averlo reso di nuovo felice. La spiegazione più plausibile è che abbia conosciuto un altro cane. Visto che dice sempre che nulla lo rende più sereno che stare con me, l’unica è che abbia trovato uno meglio di me, magari col pelo più lucido. Lo sapevo che a stare via tanto mi dimenticava.

Vado ad annusare i suoi vestiti con attenzione.

«Liroy, che fai?» mi chiede, sorprendendomi col muso dentro la manica di una sua camicia.

Cerco le prove.

«Cosa c’è? Senti qualche odore nuovo?» ridacchia divertito.

Fa lo spiritoso; allora è vero: c’è un altro. Mi devo preoccupare? Vorrà mica rimpiazzarmi?

Annuso ancora, ma c’è solo un profumo, uno di quelli che usano le signore. Niente peli, nessun sentore di colleghi. Strano.

«Dài, smettila» mi dice, afferrandomi per le zampe e trascinandomi sul pavimento.

Si mette a grattarmi la pancia e ad afferrarmi il muso con una mano. Vuole fare la lotta. Erano mesi che non lo vedevo così allegro. Continua a strapazzarmi il pelo e mi trascina sul pavimento con lui come ai vecchi tempi. Ah, ma io non ci casco: adesso fa l’amicone con me e poi mi rimpiazza con quell’altro cane che non si sa nemmeno di che razza sia. Magari non ha neanche un pedigree. Mi alzo e mi scrollo Kappa di dosso.

«Che c’è, non hai più voglia di giocare?» mi chiede, stupito.

No, mi è passata. Se hai le mattane, puoi sempre tornare a Milano a tirare un osso di gomma al tuo nuovo migliore amico.

«Lillo, vieni qua, su» mi supplica, battendo la mano sulla gamba.

Non ci penso proprio.

Però lui non demorde: si alza, va a prendere il guinzaglio e me lo fa dondolare davanti agli occhi:

«Andiamo a fare due passi, ti va?».

Ho capito: fai il carino per farti perdonare. Niente da fare: non mi comprerai con così poco. Giro il muso sdegnato, e siccome continuo a snobbare i suoi inviti, si accuccia davanti a me e inizia a farmi un sacco di moine.

«Dài, smettila di tenere quel broncio. Se solo tu sapessi…»

So anche troppo.

«E va bene. Mettiamola così: ho una sorpresa per te».

Ecco, ci siamo: ora confesserà.

«Una sorpresa bellissima. Vedrai come ti piacerà.»

Ma senti questa: vuole pure farmi credere che essere rimpiazzato da un cane di Milano mi piacerà. Lo punto dritto negli occhi: avanti, fuori la verità, se hai il coraggio.

«Eh, no, caro mio. Una sorpresa è una sorpresa…»

Basta: cornuto e mazziato, no. Afferro il guinzaglio con le zanne e indico la porta: sarà meglio uscire, così mi rinfresco le idee, altrimenti qui faccio una pazzia.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.