IL COMMISSARIO MONTALBANO.LA GITA A TINDARI (2000) by Andrea Camilleri

IL COMMISSARIO MONTALBANO.LA GITA A TINDARI (2000) by Andrea Camilleri

autore:Andrea Camilleri [Camilleri, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, cover, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:19:20+00:00


Mimì Augello stavolta fu puntualissimo, s'appresentò alle cinque spaccate. Ma aveva la faccia allammicusa, era evidente che si stava maceriando per qualche pinsèro.

«Hai trovato tempo per arriposarti, Mimì?».

«Ma quando mai! Abbiamo dovuto aspettare Tommaseo che con la macchina era andato a finire dintra a un fosso».

«Hai mangiato?».

«Beba mi ha preparato un panino».

«E chi è Beba?».

«Me l'hai presentata tu. Beatrice».

La chiamava già Beba! Le cose quindi procedevano bene. Ma allora perché Minì aveva quella faccia da giorno dei morti? Non ebbe tempo d'insistere sull'argomento perché Augello gli rivolse una domanda che assolutamente non si aspettava.

«Sei sempre in contatto con quella svedese, come si chiama, Ingrid?».

«Non la vedo da tempo. Però mi ha telefonato una simanata fa. Perché?».

«Ci possiamo fidare di lei?».

Montalbano non sopportava che a una domanda si rispondesse con un'altra domanda. Macari lui qualche volta lo faceva, ma aveva sempre uno scopo preciso. Continuò il gioco.

«Tu che ne dici?».

«Non sei tu che la conosci meglio di mia?».

«Perché ti serve?».

«Non mi pigli per pazzo se te lo dico?».

«Pensi che può capitare?».

«Macari se è una cosa grossa?».

Il commissario si stufò del gioco, Mimì non si era manco addunato che stava facendo un dialogo assurdo.

«Senti, Mimì, sulla discrezione di Ingrid ci posso giurare. In quanto a pigliarti per pazzo l'ho già fatto tante di quelle volte che una in più o una in meno non porta differenza».

«Stanotte non m'ha fatto chiudere occhio».

Ci andava forte, Beba!

«Chi?».

«Una lettera, una di quelle scritte da Nenè Sanfilippo alla sua amante. Tu non sai, Salvo, come me le sono studiate! A momenti le so a memoria».

«Che stronzo che sei, Salvo!» si rimproverò Montalbano. «Non fai che pensare male di Mimì e invece quel povirazzo travaglia macari di notte!».

Dopo essersi debitamente rimproverato, il commissario superò agilmente quel breve momento d'autocritica.

«Va bene, va bene. Ma che c'era in quella lettera?».

Mimì aspettò un momento prima di decidersi a rispondere.

«Beh, lui si arrabbia molto, in un primo momento, perché lei si è depilata».

«Che aveva da arrabbiarsi? Tutte le donne si depilano le ascelle!».

«Non parlava di ascelle».

«Ah» fece Montalbano.

«Depilazione totale, capisci?».

«Sì».

«Poi, nelle lettere che seguono, lui ci piglia gusto alla novità».

«Va bene, ma tutto questo che importanza ha?».

«È importante! Perché io, perdendoci il sonno e macari la vista, credo d'avere capito chi era l'amante di Nenè Sanfilippo. Certe descrizioni che lui fa del corpo di lei, i minimi dettagli, sono meglio di una fotografia. Come sai, a mia le fìmmine piace taliarle».

«Non solo taliarle».

«D'accordo. E io mi sono fatto persuaso di poterla riconoscere a questa signora. Perché sono sicuro d'averla incontrata. Basta picca e nenti per avere un'identificazione sicura».

«Picca e nenti! Mimì, ma che ti viene in testa? Tu vuoi che io vada da questa signora e le dica: "Il commissario Montalbano sono. Signora, per favore, si cali un attimo le mutande". Ma quella minimo mi fa internare!».

«È per questo che ho pensato a Ingrid. Se la fìmmina è quella che io credo, l'ho vista a Montelusa qualche volta in compagnia della svedese. Devono essere amiche».

Montalbano storcì la bocca.

«Non ti pirsuade?» spiò Mimì.

«Mi persuade.



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