Il confine del mondo by Valerio Massimo Manfredi

autore:Valerio Massimo Manfredi [Manfredi, Valerio Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 1998-12-03T21:59:18+00:00

«Si tratta di una cosa importante. Si tratta della vita del re.» Filota si fermò sulla soglia e abbassò il capo come se fosse stato colpito da un fulmine, ma non si volse. «Che cosa intendi dire?»

«Che è in grave pericolo. C'è qualcuno che vuole ucciderlo e...» Filota richiuse di scatto la porta e tornò indietro. «Pazzi disgraziati!»

mormorò fra i denti. «Non hanno voluto ascoltarmi...» Il giovinetto si ritrasse come impaurito, ma lui lo guardò con un'espressione incoraggiante: «Come ti chiami, ragazzo?»

«Mi chiamo Kybelinos»

«Bene. Ora siediti e dimmi quello che sai. Vedrai che sistemeremo ogni cosa.»

CAPITOLO 36.

si avvicinava il giorno prestabilito per la partenza e Alessandro aveva fatto venire la principessa Statira da Zadracarta per trascorrere con lei qualche tempo prima di una lunga separazione. La raggiunse lungo la strada e lei, non appena lo vide da lontano, scese dalla sua carrozza e gli corse incontro a piedi come una fanciulla corre fra le braccia del suo primo innamorato. Anche lui scese da cavallo e la strinse a sé con passione quando lei gli si gettò al collo. Lo affascinava quella sua freschezza ingenua, quella sua docile disponibilità, il fatto che non gli facesse mai pesare nulla, nemmeno nelle lettere che gli scriveva.

Poi si incamminarono a piedi, conversando come vecchi amici, verso la residenza del re ad Alessandria dell'Aria e Statira notava i cantieri che stavano sorgendo ovunque per la realizzazione dei nuovi edifici che avrebbero fatto della vecchia Artacoata una città greca: i templi degli dei nel luogo più elevato, il ginnasio a lato della piazza per le esercitazioni dei giovani guerrieri, il teatro per le rappresentazioni sceniche. «Ciò che più mi commuove» diceva il re, «è il pensare che fra qualche tempo, in questo luogo così lontano da Atene, da Corinto e da Pelle, risuoneranno i versi di Euripide, di Sofocle. Hai mai assistito a una delle nostre tragedie?»

«No» rispose Statira, «ma ne ho sentito parlare. Si rappresenta una vicenda, vi sono attori che recitano, un coro che danza e che canta, non è così? Il mio precettore mi diceva di aver visto una tragedia in una delle città yauna della costa.»

«Più o meno è così» replicò Alessandro, «ma assistervi è tutt'altra cosa: si rivivono le emozioni e le passioni degli antichi eroi e delle loro donne come se fossero vivi e reali.» Statira gli strinse il braccio per fargli sentire quanto la affascinassero quelle parole. «Avrei voluto attendere il completamento del teatro, ma non c'è tempo. L'usurpatore Besso si accinge ad attraversare il Paropamiso per congiungersi alle tribù scitiche delle grandi pianure. Devo raggiungerlo e fare giustizia, e quindi anticiperò la rappresentazione a domani, su una scena di legno e con gradinate di legno. Il giorno successivo partirò.»

«Potrò dormire con te questa notte?» chiese Statira. E gli sussurrò all'orecchio: «Ho percorso settanta parasanghe su quella carrozza soprattutto per questo, cosa credi?» Alessandro sorrise: «Spero di essere all'altezza di un sacrificio così grande. Intanto farò in modo che tu sia degnamente ospitata.» Nel frattempo erano arrivati alla sua

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