Il Dandy Della Reggenza by Georgette Heyer

Il Dandy Della Reggenza by Georgette Heyer

autore:Georgette Heyer [Heyer, Georgette]
Format: epub
pubblicato: 2010-01-08T19:03:10+00:00


XIII

Senza che ciò sorprendesse affatto la signorina Taverner, il soggiorno di Peregrine nello Hertfordshire si prolungò, e da una settimana divenne di due, quindi di tre settimane. Per quattro volte la posta la avvertì del suo arrivo e per quattro volte un rapido biglietto le comunicava, il giorno successivo, che Peregrine aveva rinviato di poco la partenza. Sicché Judith fece osservare divertita al cugino che la vista della divisa scarlatta e del cappello con la coccarda del postino cominciava a non avere altro significato che quello di un ulteriore rinvio. «Ma non potrà continuare all'infinito» aggiunse sorridendo. «Alla lunga Sir Geoffrey si stancherà di affrancare le lettere di Perry e allora potremo aspettarci di rivederlo a Londra.»

Ma le giornate della signorina Taverner erano tanto piene che non aveva il tempo di sentire la mancanza di Perry. Ricevette altre due proposte di matrimonio, e le declinò garbatamente entrambe; posò per il proprio ritratto acconsentendo alle pressanti richieste del cugino e per due volte andò a teatro accompagnata da Worth. In queste due occasioni, il conte non disse nulla che potesse irritarla: al contrario, la sua conversazione fu tanto piacevole e le sue attenzioni per lei tanto delicate e esperte, da disporla molto favorevolmente nei suoi confronti: poté ringraziarlo per due deliziose serate con la più assoluta sincerità.

«Non dovete ringraziarmi» rispose lui. «Credete che per me la vostra compagnia non sia un piacere?» Judith sorrise: «Non ero abituata a sentirvi dire cose tanto gentili, Lord Worth».

«No, né io ero abituato a trovare la mia pupilla tanto garbata.»

Lei sollevò una mano: «Vi prego, non richiamiamo alla mente le nostre liti passate! Sono decisa a non averne più con voi: è inutile provocarmi».

«Mai più, signorina Taverner?» chiese Worth divertito.

«Oh, quanto a questo, non se ne può esser certi! Ora sono vostra ospite e devo concedervi qualche cortesia in più, domani potrò condurmi male con voi senza rimorsi.»

«Davvero! è quello che intendete fare? Avete ricevuto altre proposte di matrimonio che io possa respingere senza avervene parlato?»

«Considero di pessimo gusto per ogni donna parlare delle domande di matrimonio che riceve» si limitò a rispondere lei.

«È un'opinione che vi fa onore; ma potete confidarvi con me senza violare le convenienze. Ne deduco quindi che ne avete ricevuta più di una. Perché prendete un'aria tanto seria?»

Judith levò lo sguardo verso di lui e gli vide un'espressione più dolce, che le sarebbe parsa di simpatia se non fosse stata convinta che un sentimento tanto gentile gli era ignoto. Rispose con voce scoraggiata: «È vero, ho ricevuto molte domande; ma non ho motivo di vantarmene, poiché non credo ne avrei ricevuta nessuna se non fossi ricca».

«Nessuna» rispose freddamente lui.

E non c'era alcuna traccia di compassione nella sua voce; se lei aveva bisogno di essere rincuorata, quel tono piano e positivo poteva rivelarsi efficace. Judith non poté fare a meno di sorridere, ma osservò con un sospiro malinconico: «Non è un pensiero confortante».

«Non sono d'accordo con voi. Essendo nata ricca avete il privilegio di essere la giovane donna più ricercata di Londra.



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