Il deserto dei Tartari by Dino Buzzati

Il deserto dei Tartari by Dino Buzzati

autore:Dino Buzzati
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


15.

La spedizione per delimitare il confine nel tratto di frontiera rimasto scoperto partì il giorno dopo all'alba. La comandava il gigantesco capitano Monti, accompagnato dal tenente Angustina e da un sergente maggiore. A ciascuno dei tre erano state affidate la parola d'ordine di quel giorno e dei quattro giorni successivi. Era ben improbabile che tutti e tre potessero perire; ad ogni modo il più anziano dei soldati superstiti avrebbe avuto facoltà di aprire la giubba dei superiori morti o svenuti, di frugare in un taschino interno, di trarne la busta sigillata contenente la parola segreta per rientrare nella Fortezza.

Una quarantina di uomini armati uscirono dalle mura della Fortezza, verso il nord, mentre stava nascendo il sole. Il capitano Monti aveva scarpe grosse con chiodi, simili a quelle dei soldati. Soltanto Angustina portava stivali, e il capitano li aveva guardati con esagerata curiosità, prima di partire, senza però dire niente.

Scesero un centinaio di metri per i ghiaioni, poi piegarono a destra, orizzontalmente, verso la imboccatura di una stretta valle rocciosa che si addentrava nel cuore della montagna.

Camminavano da mezz'ora quando il capitano disse: "Con quei così lì" accennava agli stivali di Angustina "farà fatica."

Angustina non disse niente.

"Non vorrei che si dovesse fermare" ripeté dopo un poco il capitano.

"Le faranno male, vedrà."

Angustina rispose: "Adesso è troppo tardi, signor capitano, avrebbe potuto dirmelo prima, se è come dice".

"Tanto" ribatté Monti "sarebbe stato lo stesso. La conosco, Angustina, li avrebbe messi lo stesso."

Monti non lo poteva soffrire. "Con tutte le arie che ti dai" pensava "ti farò vedere io fra poco." E forzava al massimo l'andatura, anche sui pendii più erti, sapendo che Angustina non era robusto. Si erano intanto accostati alla base delle pareti. Il ghiaione si era fatto più minuto e i piedi vi affondavano faticosamente.

Il capitano disse: "Di solito viene giù un vento d'inferno, da questa gola... Ma oggi si sta bene".

Il tenente Angustina tacque.

"Fortuna anche che non c'è il sole" riprese il Monti. "Si va proprio bene oggi."

"Ma lei è già stato qui?" chiese Angustina.

Monti rispose: "Una volta, si doveva cercare un soldato fug...".

Si interruppe perché dall'alto di un grigio muraglione, incombente sopra di loro, era giunto un suono di frana. Si udivano i tonfi dei macigni che esplodevano contro le rupi, e rimbalzavano con selvaggio impeto giù per l'abisso tra fumate di polvere. Un rombo di tuono si ripercoteva di parete in parete. Nel cuore dei dirupi la misteriosa frana continuò per qualche minuto ma si esaurì nei fondi canali prima di giungere in basso; alle ghiaie dove salivano i soldati non arrivarono che due tre sassetti.

Tutti erano taciuti, in quegli scrosci di frana si era sentito una presenza nemica. Monti guardò Angustina con una vaga aria di sfida.

Sperava che avesse paura, invece niente. Il tenente però appariva esageratamente accaldato per la breve marcia; la sua elegante divisa si era come scomposta.

"Con tutte le arie che ti dai, maledetto snob" pensava Monti "ti voglio vedere fra poco." Riprese subito la marcia, forzando ancor più l'andatura, e gettava indietro ogni



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