Il diario del vampiro - Mezzanotte by Lisa Jane Smith

Il diario del vampiro - Mezzanotte by Lisa Jane Smith

autore:Lisa Jane Smith [Smith, Lisa Jane]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2011-10-19T22:00:00+00:00


3Bidone della spazzatura (n.d.t.).

12

«Stefan, Stefan!». Elena era troppo nervosa per restare fuori dalla camera più dei cinque minuti necessari a farsi vedere dai poliziotti. In realtà, gli agenti volevano Stefan, ma non riuscivano a trovarlo poiché, a quanto pareva, non avevano preso in considerazione l’idea che qualcuno potesse tornare indietro a nascondersi in una stanza che avevano già controllato.

E ora Elena non riusciva a ottenere risposta da Stefan, che era avvinghiato a Meredith, con la bocca incollata ai due forellini che le aveva fatto. Così, per farli reagire, fu costretta a scuoterli entrambi per le spalle.

Allora lui indietreggiò di scatto, pur continuando a sostenere Meredith, che altrimenti sarebbe caduta. Si leccò in fretta il sangue dalle labbra. Per una volta, tuttavia, Elena non era concentrata su di lui, ma sulla sua amica. L’amica alla quale aveva permesso di fare una cosa del genere.

Meredith aveva gli occhi chiusi, segnati da occhiaie profonde, quasi color prugna. Le labbra erano semi-aperte, e la nuvola scura dei capelli era umida di lacrime.

«Meredith? Merry?». Le sfuggì dalle labbra il vecchio nomignolo. E poi, quando Meredith non diede segno di averla sentita, chiese: «Stefan, cosa c’è che non va?»

«Alla fine l’ho Influenzata per farla dormire». Stefan prese in braccio Meredith e la adagiò sul letto.

«Sì, ma che è successo? Perché sta piangendo… E tu cos’hai?». A Elena non sfuggirono gli occhi tristi di Stefan, a dispetto della bel colorito assunto dalle guance.

«Ho visto una cosa… nella sua mente», rispose sbrigativo Stefan, nascondendo Elena dietro di sé. «Sta arrivando uno degli agenti. Resta qui».

Si aprì la porta. Era il poliziotto, trafelato, rosso in viso e chiaramente soddisfatto di sé per aver deciso di tornare nella stanza dalla quale aveva cominciato il giro di perlustrazione del primo piano.

«Ce li ho tutti in una stanza, tranne il fuggitivo», disse in una grossa ricetrasmittente nera. La poliziotta replicò brevemente. Poi l’agente dal volto paonazzo tornò a rivolgersi al gruppetto di adolescenti. «Allora, adesso io perquisirò te», indicò Stefan, «mentre la mia collega perquisirà voi due». Indicò Meredith con un cenno del capo. «Che cos’ha?»

«Niente che tu possa capire», rispose freddamente Stefan.

Dapprima sembrò che il poliziotto stentasse a credere a ciò che gli era appena stato detto. Poi, all’improvviso, parve consapevole di non aver sentito male, e fece un passo verso Meredith.

Stefan ringhiò.

Il suono fece trasalire Elena, che era dietro di lui. Era il ringhio basso e selvaggio di un animale che protegge la sua compagna, il suo branco, il suo territorio.

Il poliziotto dal faccione rubicondo impallidì di colpo e parve impaurito. Elena immaginò che stesse guardando la bocca di Stefan, con i denti più aguzzi dei suoi e per giunta sporchi di sangue.

Elena non voleva che si trasformasse in una gara a chi la fa più lontano… o meglio, in una gara a chi urla di più.

Appena l’agente farfugliò alla collega «Potremmo aver bisogno di un paio di quei proiettili d’argento, dopotutto», Elena diede una gomitata al suo ragazzo, che stava emettendo un rumore simile a quello di una sega



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