Il diario del vampiro - Sete di sangue by Lisa Jane Smith

Il diario del vampiro - Sete di sangue by Lisa Jane Smith

autore:Lisa Jane Smith [Smith, Lisa Jane]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2011-03-22T23:00:00+00:00


19

Superai di corsa le baracche erette intorno al circo e m’inoltrai nella foresta, seguendo le tracce del carro finché, alla periferia della città, ne persi completamente l’odore. Un ubriaco, appoggiato a un muro di mattoni, fischiettava stonato.

Colto da una rabbia cieca, caddi pesantemente in ginocchio e lo afferrai, mordendogli il collo e succhiandogli il sangue senza dargli nemmeno il tempo di fiatare. Era amaro, ma continuai a bere, deglutendo finché mi sentii del tutto sazio.

Seduto sui calcagni, mi pulii la bocca col dorso della mano e mi guardai attorno. Odio e confusione mi scorrevano nelle vene. Perché non ero riuscito a salvare Damon? Perché ero rimasto semplicemente a guardare mentre Gallagher spronava il pubblico a piazzare altre scommesse, mentre il puma si avventava su mio fratello? E perché Damon si era fatto catturare e mi aveva messo in quella posizione assurda? In primo luogo, mi pentivo di aver insistito perché si trasformasse in vampiro. Se lui non fosse stato lì, se fossi stato da solo in città, tutto sarebbe stato molto più semplice. Cercavo di essere un bravo fratello, un bravo vampiro, eppure continuavo a fallire in tutto.

Tornai a casa e salii le scale con passo pesante. Sbattei la porta, facendo gemere i cardini; uno dei quadri appesi in salotto cadde sul pavimento con un gran fracasso.

Mi accorsi subito che Buxton mi stava fissando con uno sguardo truce dal lato opposto della stanza: i suoi occhi erano braci ardenti nell’oscurità. «Hai forse qualche problema con quella porta?», chiese a denti stretti.

Cercai di passare, ignorandolo, ma mi bloccò la strada.

«Permesso», borbottai, dandogli una spinta.

«Permesso per cosa?», disse Buxton, incrociando le braccia sul petto. «Entri come se fossi a casa tua. Puzzi come gli umani. Sebbene io non sia il tipo da mettere in discussione le decisioni della signorina Lexi, credo davvero che sia il momento che tu mostri un po’ di rispetto per la sua casa, fratello».

La parola “fratello” fece scattare qualcosa dentro di me. «Bada a come parli», sibilai, mostrando i denti.

Ma Buxton si limitò a sogghignare. «Io starò attento a quel che dico, quando tu starai attento a quel che fai».

«Ragazzi?», chiamò dalle scale Lexi. La sua voce allegra era in contrasto con l’atmosfera tesa. Scese i gradini con passo leggero e posò su di me uno sguardo dolce e preoccupato. «Damon è…?».

«È vivo», mormorai. «Ma non sono riuscito a raggiungerlo».

Lexi si accoccolò sul bordo di una traballante sedia a dondolo, fissandomi coi suoi occhi sereni e comprensivi. «Buxton, per cortesia, potresti andare a prendere un po’ di sangue di capra?».

Buxton strinse gli occhi, ma uscì immediatamente dal salotto e andò in cucina. Udii la briosa marcia francese che Hugo stava suonando al pianoforte, in sala da pranzo.

«Grazie», dissi, crollando su un divanetto imbottito. Non volevo del sangue di capra. Volevo ingozzarmi di litri e litri di sangue umano, bere fino a vomitare, svenire e sprofondare in un oblio assoluto.

«Ricorda: lui è forte», disse Lexi.

«Buxton non mi fa paura», risposi.

«Intendevo tuo fratello. Se ti somiglia, è forte».

Alzai la testa e la guardai.



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