Il figlio di Ramses (2). Il libro proibito by Christian Jacq

Il figlio di Ramses (2). Il libro proibito by Christian Jacq

autore:Christian Jacq [Jacq, Christian]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B0198MV432
editore: Tre60
pubblicato: 2016-03-02T23:00:00+00:00


Capitolo 19

Una ventina di soldati circondavano la tomba maledetta. All’appropinquarsi del terzetto, tesero gli archi e Vento del Nord pensò bene di rimanere immobile senza spostare nemmeno un orecchio.

Il comandante del distaccamento si avvicinò, spada alla mano e sguardo ostile.

«In questa zona è vietato entrare, siete miei prigionieri. La polizia vi interrogherà.»

«Sono il principe Setna, figlio di Ramses il Grande, incaricato di una missione da mio padre.»

Alla vista del sigillo reale, il graduato non oppose resistenza.

«Nessuno mi ha avvertito, non potevo saperlo...»

«Non ti sto rimproverando nulla.»

«In cosa posso esservi utile?»

«Ordina ai tuoi uomini di liberare l’accesso alla tomba e di posizionarsi a una certa distanza. Se si verificheranno strani fenomeni, sdraiatevi a terra e chiudete gli occhi.»

Perplessi, i soldati eseguirono rapidamente gli ordini.

Una volta eliminati i detriti calcarei, apparve un grosso buco che conduceva a un altro mondo.

«Siamo ancora in tempo a cambiare idea», avvertì il Vecchio. «Questo sepolcro è pieno di pericoli, probabilmente mortali.»

«I saggi non hanno scritto che la dimora della morte è destinata alla vita?» obiettò Setna. «Dicevano: “Ascolta queste parole, non partire all’avventura se prima non hai scelto il luogo dove la tua anima potrà riposare in pace. Quando lo avrai trovato, vai pure avanti. Rendi perfetta la tua dimora a occidente, affinché sia la tua opera prima. Segui fedelmente gli insegnamenti dei grandi antenati, attrezzati in vista dell’eternità. La morte morirà, la vita prevarrà”.»

«Tutti uguali gli scribi!» borbottò il Vecchio. «Un sacco di belle frasi, ma in pratica? La vedi o no la bocca dell’inferno proprio lì davanti a noi? Non si cura dei saggi e dopo averti arrostito ben bene, ti inghiottirà in un sol boccone!»

«Esistono delle precauzioni», disse Setna con una calma imperturbabile.

Lo scriba depose l’amuleto a forma di leone, che gli era stato regalato dal Calvo, sulla soglia del sepolcro. Si inginocchiò e pronunciò le formule di potenza.

«Parole da dire per esplorare il regno sotto terra. Ecco la manifestazione dell’aria luminosa, domino i quattro venti del cielo. Inoltre non perirò della seconda morte, l’annullamento totale dell’essere. I miei nemici non si approprieranno di me, la loro perfida magia non mi incatenerà!»

Il giovane si alzò in piedi e si rimise l’amuleto al collo.

«Non ti mancano gli argomenti», riconobbe il Vecchio, decisamente colpito. «Ma là dentro rischia di far molto caldo. Se fossi al tuo posto manderei qualcuno in ricognizione.»

«Se non mi vedi uscire, fai chiudere e ricoprire la tomba.»

Setna si avviò verso l’interno sotto lo sguardo atterrito del Vecchio.

Tenendosi in piedi a fatica, lo scriba imboccò un cunicolo ripido alla fine del quale si intravedeva un bagliore. Procedette a piccoli passi, molto lentamente, penetrando nel cuore di un massiccio di calcare scavato in modo grossolano.

Il bagliore proveniva da due vasi rossi dalle sagome contorte che sbarravano il passaggio.

Setna si guardò intorno e individuò una pietra grezza. La raccolse e la lanciò sui vasi mandandoli in mille pezzi. Dai loro cocci fuoriuscì un fumo asfissiante che lo scriba fece molta attenzione a non respirare. Con un balzo oltrepassò la cortina fumosa e raggiunse l’incrocio con un secondo cunicolo.



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