Il Gesù storico. Un manuale. by Gerd Theißen Annette Merz

autore:Gerd Theißen, Annette Merz
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788839920256
editore: Editrice Queriniana
pubblicato: 2020-07-21T00:00:00+00:00

3.5. L’INQUADRAMENTO STORICO-LETTERARIO DELLE PARABOLE

La storia delle parabole inizia nell’Antico Testamento. Troviamo qui molti paragoni, soprattutto nelle forme discorsive dialogiche della profezia e dei salmi (C. Westermann). Ma solo di rado questi paragoni vengono sviluppati fino a diventare parabole528. Queste contengono spesso tratti allegorici e antropomorfismi che mettono in scena animali e piante come esseri umani, e che sono tipici della ‘favola’. È innegabile che la tradizione di Gesù nella parabola dei cattivi vignaioli si riaggancia al canto della vigna di Isaia (Is 5,1-7). Tanto più è degno di nota il cambiamento nella forma: non la vigna, bensì i vignaioli che la lavorano entrano in conflitto con il proprietario. L’antropomorfizzazione della vigna diventa retroattiva. Nell’insieme, nonostante questi agganci all’Antico Testamento, con Gesù inizia chiaramente una nuova fase della composizione giudaica di parabole.

Le parabole di Gesù sono una forma sapienziale. Nel giudaismo ricorrono in misura abbondante anzitutto in Gesù. All’inizio del sec. II a.C. Gesù Ben Sira poté operare come maestro di sapienza del ceto superiore giudaico senza adottare questa forma nel suo libro sapienziale. In verità, per lui l’occuparsi di ‘parabole’ (παραβολαί) rientra tra gli aspetti caratteristici del maestro di sapienza (Sir 39,3), ma si tratta di sentenze ben focalizzate, di detti enigmatici e di riflessioni che si aiutano con immagini, non però di quei brevi racconti che noi chiamiamo ‘similitudini’. Il fatto che circa duecento anni più tardi compaia Gesù come popolare maestro di sapienza ponendo al centro del suo linguaggio siffatte parabole, significa che dalla formazione aristocratica di Gesù Ben Sira, che escludeva i lavoratori (Sir 38,24ss.), si è passati a una sapienza per il popolo semplice, possibilmente una conseguenza dell’istituzione scolastica giudaica che era sorta come reazione all’ellenismo529. Là dove ci si sforza di farsi capire da persone semplici e da bambini, occorrono brevi racconti e immagini illustrative. Con questo tipo di parabole i rabbini interpretano la Torah. Con Gesù esse portano in se stesse il loro messaggio.

La forma delle parabole dunque è scaturita (al pari di altre forme della tradizione sinottica) dall’incontro fra due culture. Proprio in tal modo diventa significativo un contrassegno della forma del linguaggio usato da Gesù. In lui mancano le favole, vale a dire quelle brevi narrazioni che erano molto diffuse nell’antichità orientale e greca. Ciò sorprende tanto più in quanto, in un caso almeno, una parabola di Gesù rielabora un materiale tradizionale di una favola. Si confronti Lc 13,6-9 con la seguente favola appartenente alla tradizione di Achikar:

«Per me tu fosti, figlio mio, come quella palma che sorgeva sul ciglio della strada. dalla quale non si coglievano frutti di sorta. Quando venne il suo padrone per tagliarla, la palma gli disse: “Concedimi ancora un anno e ti produrrò karthamen” [= carrube o spezie profumate]. Il suo padrone rispose: “Infelice! Non hai portato frutti tuoi, come potrai dunque produrne di estranei?”» (Achikar siriaco 135)530.

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