Il gioco delle nuvole by Giusi Manduca Sorci

autore:Giusi Manduca Sorci
Format: epub
ISBN: 978-88-8155-777-6
editore: Edizioni Ares
pubblicato: 2018-03-03T16:00:00+00:00

L’indomani andai a Palermo in una bottega più simile a un magazzino che a un negozio, in piazzetta Rivoluzione, al centro della quale si trova la statua del «Genio di Palermo»; un’opera alquanto enigmatica a dire il vero, che raffigura un re con in mano un serpente in atto di mordergli il cuore, con il suo pieno consenso.

Di solito si andava lì per comprare delle coppole senza pretese, che si usano molto anche oggi, specialmente nei paesi, ma non solo; all’interno si vendono cappelli di ogni tipo: non d’autore, non firmati, si tratta di lavorazioni artigianali, ma il bello è che quando entri ti senti libero di comprare o meno e puoi guardare con calma, senza che nessuno ti dica niente.

Sui muri grezzi e grigiastri, appese rusticamente a dei chiodi, stavano delle sporte di paglia ruvida, dette coffe, simili a quelle che si mettono, piene di fieno e paglia, sotto il muso degli asini, per dargli la loro razione di cibo; in seguito, con qualche nota di eleganza in più, sarebbero diventate di moda, conservando lo stesso nome, come borse femminili estive.

Mi guardai intorno e vidi, appeso a un chiodo, un cappello di paglia, di foggia un po’ maschile, sul genere Humphrey Bogart; oggi l’avrei definito vintage, ma in realtà era soltanto un po’ scolorito dalla luce del sole che ci batteva sopra probabilmente già da un po’ di tempo. Mi sembrò stranamente familiare e infatti era quasi uguale a quello che la zia Gemma si metteva in testa quando doveva andare in giro per la campagna.

Mi dissi che quello sarebbe stato il segnale della mia decisione.

Me lo provai e mi guardai in un minuscolo specchio che era posato su un bancone, cercando di intuire almeno vagamente se mi si adattava oppure no.

Non avevo i capelli lisci della zia, e il mio naso era piccolo e leggermente all’insù, ma gli occhi erano verdi come i suoi... mi calzava a pennello e lo comprai.

Appena a casa, andai dritta in cucina, dove mia madre e la zia stavano cucinando; gettai in maniera distratta il mio cappello sul tavolo e dissi:

«Sono qua. Nené resta!».

Mia madre, emozionata, mi abbracciò, mentre la zia Gemma mi chiedeva:

«Sei sicura?».

«Sì... ho deciso così» risposi con inaspettata risolutezza, per non lasciare più niente in sospeso e per mettere infine un punto a tutta quella vicenda.

A settembre mi iscrissi alla facoltà di agraria, pensando che, in questo modo, avrei avuto maggiori competenze da mettere al servizio della nostra piccola azienda; sarei diventata contadina professionista a tutti gli effetti.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.