Il giornalismo fatto in pezzi by Massimo Fini

Il giornalismo fatto in pezzi by Massimo Fini

autore:Massimo Fini [Fini, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2021-10-21T07:36:07+00:00


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«L’Europeo», gennaio 1977

IL JEAN VALJEAN ITALIANO

Agropoli (Salerno), maggio. Un giovane ergastolano riesce ad evadere dal penitenziario e si dà alla macchia. Dopo qualche tempo ricompare in un piccolo paese non lontano dal luogo dove commise il suo delitto. Ha cambiato nome ed ha cambiato mestiere. Nessuno lo riconosce. L’uomo si rifà una vita ed una famiglia. Per anni ed anni l’evaso, protetto dalla falsa identità, conduce una vita onestissima, laboriosa, irreprensibile, stimato da tutti quelli che lo conoscono. Ma un giorno, trentadue anni dopo il suo delitto, l’uomo viene riconosciuto, arrestato e ricondotto in galera fra lo stupore della gente del paese.

Sembra una storia tratta pari pari dalle ottocentesche e romantiche pagine dei Miserabili di Victor Hugo ed invece è una storia vera, realmente vissuta, accaduta nell’Italia di questi anni. Ma dai Miserabili questa storia si distacca per alcuni aspetti. Se infatti Salvatore Marazziti (questo è il nome del protagonista di questa vicenda) ha molti punti in comune con l’ergastolano Jean Valjean manca, in questa storia, Javert, l’implacabile poliziotto che, seguendo una sua inflessibile idea della giustizia, gli dà la caccia per tutta la vita. Salvatore Marazziti infatti non è stato preso ed imprigionato dopo un lungo braccio di ferro con la giustizia, ma per un caso, per un improvviso eccesso di zelo di un gruppo di carabinieri ed in virtù di leggi scioccamente formalistiche che a tutto tendono fuorché a rendere una vera e sostanziale giustizia.

È giusto infatti che un uomo sia scaraventato in prigione per il resto dei suoi giorni trent’anni dopo il suo delitto? Sono la stessa persona il vecchio mingherlino e vacillante che è stato incarcerato nei giorni scorsi ed il giovane uomo che assassinò la moglie per un malinteso senso dell’onore? E non contano proprio nulla trent’anni vissuti nel più onesto dei modi? Per dare una risposta a queste domande ci siamo recati ad Agropoli, il teatro di questa vicenda, ed abbiamo ricostruito la storia della vita, dell’omicidio, degli affetti dell’ergastolano evaso Salvatore Marazziti.

La storia di Salvatore Marazziti inizia al morire degli anni Trenta, quando Salvatore, un giovane calabrese, piccolo, asciutto, con un bel paio di baffi neri ed una selva di capelli fa ritorno in Italia reduce da una delle tante campagne volute dalle smanie imperiali di Benito Mussolini. Non è un ritorno piacevole il suo: la giovane moglie, Maria, stanca di aspettare il rimpatrio del guerriero si è unita con un altro uomo. Salvatore lo sa, è stato avvertito dai parenti, e per evitare un imbarazzante e pericoloso incontro decide di non tornare al paese natio, il piccolo borgo calabro di Cicala, e di fermarsi presso un suo zio che sta a Nocera. Qui a Nocera, Salvatore si cerca un lavoro e si sistema definitivamente. Tutto pare finito lì anche perché Salvatore, che nel frattempo ha trovato con facilità un’altra donna, sembra deciso a lasciar perdere. Ma il clan dei calabresi non è d’accordo: la moglie di Salvatore ha macchiato l’onore virile di tutta la famiglia, l’onta deve essere lavata. Salvatore Marazziti resiste a lungo a queste pressioni ed alla lusinga della vendetta.



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