Il giro di chiave by Ruth Ware

Il giro di chiave by Ruth Ware

autore:Ruth Ware [Ware, Ruth]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2021-06-06T19:30:04+00:00


Fui svegliata da un rumore di grida e da una confusione così forti che il mio primo istinto fu di tapparmi le orecchie. Mi rizzai a sedere sul letto guardandomi freneticamente intorno, scossa da brividi di freddo.

Le luci erano accese, tutte quante, al massimo della loro accecante luminosità. E la temperatura nella stanza era gelida. Ma il frastuono… santiddio quanto era assordante.

Si trattava di musica, o almeno così mi sembrò, ma a un volume talmente alto e distorto che la melodia era irriconoscibile, visto che le urla stridule provenienti dagli altoparlanti sul soffitto la trasformavano in un caotico fracasso.

Per qualche istante non capii cosa diavolo fare. Poi mi precipitai al pannello sul muro e cominciai a premere bottoni, col battito cardiaco che mi martellava nelle orecchie e la musica stridente simile a un ululato nel mio cervello. Non accadde nulla se non che si accesero anche le luci della cabina armadio.

«Spegni musica», gridai. «Spegni altoparlanti! Abbassa volume!»

Niente, niente.

Dal piano di sotto udii un furioso abbaiare, oltre a strilli terrificanti tipo treno a vapore dalla stanza di Petra, e alla fine, abbandonati i tentativi con il pannello, afferrai la vestaglia e uscii di corsa.

Fuori dalla camera delle bambine la musica era altrettanto forte, se non addirittura di più, come se fosse stata incanalata tra le strette pareti del corridoio. E anche le luci erano accese di sotto, cosa che mi permise di intravedere la scena oltre la porta della nursery: Petra in piedi sul suo lettino, i capelli dritti in testa per il terrore, che urlava a perdifiato.

La presi in braccio e corsi dalle bambine in fondo al corridoio. Spalancata la porta, trovai Maddie rannicchiata in posizione fetale nel suo letto con le orecchie tappate, mentre Ellie non si vedeva da nessuna parte.

«Dov’è Ellie?» sbraitai per sovrastare la musica e gli strilli lancinanti di Petra. Maddie alzò lo sguardo, il viso atterrito e le mani ancora sulle orecchie, e io la afferrai per il polso costringendola ad alzarsi.

«Dov’è Ellie?» le urlai dritto in faccia; si divincolò e fuggì giù per le scale, con me che la rincorrevo.

Nell’ingresso il fracasso era altrettanto forte e laggiù, nel bel mezzo del tappeto persiano ai piedi delle scale, c’era Ellie, rannicchiata a palla con le braccia attorno alla testa. Intorno a lei saltavano i cani terrorizzati che, liberati dalle loro ceste nel retrocucina, aggiungevano frenetici latrati alla cacofonia.

«Ellie», gridai, «cos’è successo? Hai premuto qualcosa?»

Alzò gli occhi verso di me, vacui e confusi. Io scossi la testa e corsi a prendere il tablet appoggiato sul bancone di metallo. Avviai l’app di gestione domestica, ma quando inserii il mio codice di accesso, non accadde nulla. Che lo avessi ricordato male? Lo inserii di nuovo, con l’abbaiare dei cani che mi faceva l’effetto di un martello pneumatico contro il cranio. Ancora nulla. Sei bloccata, ebbi il tempo di leggere prima che il display si illuminasse per un attimo e poi si spegnesse, la spia rossa della batteria lampeggiante prima di estinguersi. Fanculo.

Sbattei la mano contro il pannello sul



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