il libro del buio by Tahar Ben Helloun

il libro del buio by Tahar Ben Helloun

autore:Tahar Ben Helloun [Helloun, Tahar Ben]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-03-08T23:00:00+00:00


Capitolo diciottesimo

Caduto dal cielo, come un messaggio o un errore. Un piccione o una colomba si era infilato nella presa d'aria centrale ed era caduto nel silenzio del nostro buio fitto. L'Ustad Gharbi non ebbe dubbi: - una colomba. Me ne intendo.

Nessuno provò a contraddirlo. Per noi era un avvenimento venuto dal cielo. Non era né un funerale né un eccesso di dolore. Ci accadeva qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere.

La colomba volava urtando contro le pareti. L'Ustad la chiamò imitando il tubare dei piccioni. Lei si diresse verso la sua cella ma non aveva alcuna apertura da cui passare. Si era acquattata in un angolo, probabilmente dormiva. Quando le guardie aprirono la prima cella, vi si intrufolò. Si ritrovò ospite di Mohammed. Le guardie non si accorsero di nulla. Come sempre, avevano fretta di posare i legumi e di andarsene.

Mohammed era felice come un bambino. Le parlava, ci diceva che era un segno del destino, che dovevamo prendercene cura e farne un messaggero: - Adottiamola, diamole un nome. Sarà la nostra compagna, l'ammaestreremo per farle portare dei messaggi al mondo esterno, alle nostre famiglie, magari addirittura a quelli che si battono per i diritti umani...

L'Ustad rispose: - Dovresti passarmela, così le insegno a dire il nome di Dio. Tutte le colombe conoscono Allah.

Bourras, il numero 13, di solito silenzioso, si mostrò alquanto eccitato da quella presenza: - La chiameremo Hourria, libertà!

Dandole da mangiare, Mohammed le diceva: - Hourria! O nostra libertà, sei venuta qui a portarci un messaggio. Sono sicuro che non sei capitata qui per caso. Chi avrebbe potuto mandarti? Nelle tue zampe non c'è né un anello né una lettera.

Allora è stato Dio a guidarti verso questo buco.

Il suo vicino, Fellah, il numero 14, era lirico: - O mia colomba, simbolo di pace e di gioia, se oggi sei qui è perché Dio ha avuto pietà di noi, e una grazia del re è stata pronunciata in nostro favore. Dopo tutto, non siamo responsabili di quello che hanno fatto gli altri.

Il nostro orologio parlante intervenne, categorico: - Non è nelle abitudini del palazzo avvertirci con l'invio di una colomba. Se un giorno saremo graziati, lo capiremo perché mangeremo meglio e verrà un medico a visitarci. Se dobbiamo uscire, occorre che siamo in buona salute. Comunque sia, questa colomba è un dono di Dio.

Ci porta un po' di distrazione.

Mohammed non era di questo parere: - Una distrazione? No, un avvenimento. Qualcuno si rivolge a noi.

Per adesso la tengo io. Mi fa compagnia.

Proteste degli altri: - No, appartiene a tutti, - disse Bourras.

- Siamo democratici: ce la divideremo equamente. Passerà un giorno e una notte da ciascuno di noi, - disse Fellah.

Fu così che Hourria passò di cella in cella nel momento in cui le guardie servivano i legumi. Una guardia disse: - Non mangiatela viva, vi verranno le coliche.

L'altra aggiunse: - Magari è avvelenata. Avrà una malattia contagiosa. Dovreste cambiarle nome e chiamarla El Muth, la morte.

Per qualche istante gli credetti. Ma la logica perversa di cui eravamo vittime non quadrava con quest'ipotesi.



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