Il libro di fisica by Isaac Asimov

Il libro di fisica by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 1990, no cover, italiano, archivio italiano
ISBN: 9788804414452
Google: b7g0PQAACAAJ
Amazon: 8804414456
editore: MONDADORI
pubblicato: 1990-11-15T00:00:00+00:00


CAPITOLO 6.

GLI ELEMENTI.

LA TAVOLA PERIODICA.

Fin qui ci siamo occupati dei corpi di grandi dimensioni dell'universo - le stelle e le galassie, il sistema solare, la terra e la sua atmosfera. Ora vogliamo considerare la natura delle sostanze che li compongono.

LE PRIME TEORIE.

I primi filosofi greci, che affrontavano i problemi con un atteggiamento teoretico e speculativo, stabilirono che la terra era fatta di pochissimi elementi, o sostanze fondamentali.

Empedocle di Agrigento, nel 430 avanti Cristo circa, ritenne che tali elementi fossero quattro: terra, aria, acqua e fuoco. Un secolo dopo Aristotele propose che i cieli fossero costituiti di un quinto elemento, l'"etere". I successori dei greci nello studio della materia, gli alchimisti medioevali, si impantanarono nella magia e in pratiche ciarlatanesche, arrivando però a conclusioni più ragionevoli e avvedute di quelle dei greci, perché essi, almeno, toccavano con mano i materiali intorno a cui teorizzavano.

Cercando di spiegare le varie proprietà delle sostanze, gli alchimisti associarono tali proprietà ad alcuni elementi regolatori che aggiunsero alla lista degli elementi primi: essi identificarono nel mercurio quello che conferiva alle sostanze le proprietà metalliche, e nello zolfo quello che trasmetteva la proprietà dell'infiammabilità.

Nel sedicesimo secolo uno degli ultimi - e migliori - alchimisti, il medico svizzero Theophrastus Bombast von Hohenheim, più noto come Paracelso, vi aggiunse il sale, come elemento che conferiva la resistenza al calore.

Gli alchimisti ritenevano che si potesse trasformare una sostanza in un'altra semplicemente aggiungendo e sottraendo elementi nelle dovute proporzioni. Per esempio, un metallo come il piombo avrebbe potuto essere trasformato in oro aggiungendovi la quantità esatta di mercurio. La ricerca della formula che doveva convertire il metallo vile in oro andò avanti per secoli, e gli alchimisti, nel perseguire tale ricerca, scoprirono sostanze ben più importanti dell'oro, come gli acidi minerali e il fosforo.

Gli acidi minerali - acido nitrico, acido cloridrico e, in particolare, acido solforico (preparato per la prima volta intorno al 1300) - consentirono di compiere una svolta rivoluzionaria negli esperimenti di alchimia. Queste sostanze erano molto più efficaci dell'acido più forte conosciuto fino ad allora, l'acido acetico, e consentivano di decomporre altre sostanze senza ricorrere ad alte temperature e a tempi lunghi. Anche oggi gli acidi minerali, soprattutto l'acido solforico, sono essenziali nell'industria: si suol dire che il grado di industrializzazione di un paese si può dedurre dal suo consumo annuo di acido solforico.

Ciononostante, ben pochi alchimisti permisero che questi importanti argomenti collaterali li distraessero da quella che consideravano la ricerca principale. Qualche membro della corporazione privo di scrupoli si abbassò alla truffa vera e propria, producendo oro con giochi di prestigio per ottenere da ricchi protettori quelli che oggi chiameremmo "fondi per la ricerca", il che procacciò una così cattiva reputazione alla professione che si dovette abbandonare il nome stesso di alchimista. Nel Seicento, l'"alchimista" divenne "chimico", e l'alchimia fu promossa a scienza, con il nome di "chimica".

Uno dei primi "nuovi chimici" fu Robert Boyle, colui al quale si deve la legge dei gas, detta appunto legge di Boyle (vedi capitolo quinto).

Nel suo libro "Il chimico scettico",



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