Il Mediterraneo delle città (I libri di Viella) (Italian Edition) by F. Salvatori

autore:F. Salvatori [Salvatori, F.]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2013-01-16T10:47:00+00:00

Molte storie d'Europa, edite in questi ultimi anni - e sappiamo che il numero di opere con questo titolo si è enormemente accresciuto a partire dalla caduta del Muro di Berlino e negli anni recenti che hanno visto la costituzione dell'Unione Europea e il suo cosiddetto allargamento: esse anzi costituiscono ormai un vero e proprio genere storiografico e affollano parecchi scaffali delle librerie - cominciano il loro racconto dalla civiltà greco-romana, alle volte giustificando, altre volte dando per scontato che questo sia l'inizio di quell'oggetto storiografico che grosso modo, da due secoli e mezzo, chiamiamo storia d'Europa.' Eppure, ancora un recente volume di Jacques Le Goff ricorda che l'Europa è nata nel Medioevo, avvertendoci però che la questione della data d'inizio della storia della civiltà europea non è questione semplice, anzi pone molti complessi problemi di interpretazione e di definizione, anche sul campo dei valori civili, dell'idea di Europa e della sua civiltà.'

Certamente, se stiamo ai discorsi dei leader dell'Unione Europea, se stiamo cioè a quello che possiamo chiamare il discorso pubblico europeo e se poniamo attenzione alla politica della storia che l'Unione e le sue agenzie conducono con determinazione di obiettivi e con una ricca disponibilità di risorse economiche e istituzionali, nessun cittadino dell'Unione potrebbe mettere in dubbio che la civiltà greco-romana - che il Mediterraneo grecoromano - sia all'origine di quella lunga vicenda che ha condotto alla nascita di un Super stato legato da quella sorta di atto internazionale che noi chiamiamo per brevità - ma anche per voluta confusione - costituzione europea. Non sto a ricordare che un exergo, tratto da Tucidide, e con il quale si lasciava intendere che la democrazia della polis greca è il modello di democrazia cui si ispira il documento preparato dalla commissione presieduta da Giscard d'Estaing, apriva la prima versione del preambolo della cosiddetta costituzione europea. Né ricorderò, per non eccitare l'ilarità dei lettori (ma molti storici europei hanno collaborato e collaborano all'elaborazione di questo discorso pubblico europeo) le molte risoluzioni del Parlamento europeo, nelle quali si proclama la necessità di salvaguardare il Partenone in quanto rappresenta l'origine dell'attuale Parlamento e dell'attuale democrazia dell'Unione; o le risoluzioni nelle quali i parlamentari hanno messo a verbale quanto la società europea dei nostri giorni debba alla Repubblica e all'Impero romani: dalla maestà delle leggi, alle imposizioni fiscali, alle _città...-

Mi limito però a ricordare - ma potete leggere l'episodio, con migliore capacità evocativa e humor di quanto possa fare io, nella storia d'Europa di Norman Davies3 - la protesta formale sollevata dalla rappresentanza greca all'Unione Europea in occasione di un volume celebrativo della storia d'Europa, nel quale punto d'inizio di questa storia era il Medioevo; e la decisione della Commissione - o del Parlamento? - di procedere alla distruzione delle copie stampate e alla stesura frettolosa di una nuova storia nella quale il Partenone e Pericle avessero il loro prezioso posto a capo tavola.

Certo a leggere i testi di Voltaire, di Montesquieu, di Robertson, di Gibbon e ancora la grande Storia della civiltà in Europa di Fran9ois Guizot (1828-29), non avremmo alcun dubbio.

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