Il mistero dell'ultimo Maestro Gnostico by Valeria Bobbio

Il mistero dell'ultimo Maestro Gnostico by Valeria Bobbio

autore:Valeria Bobbio [Bobbio, Valeria]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Supernatural
ISBN: 9786050493078
Google: toLECwAAQBAJ
Amazon: B07B8S2FKW
Barnesnoble: B07B8S2FKW
editore: Youcanprint
pubblicato: 2015-09-21T22:00:00+00:00


XXIII

Il giorno dopo decise di tentare di ricontattare Matteo, che fu piuttosto freddino al telefono, essendo stato bidonato. Era quasi l’ora di pranzo quando telefonò. Gli spiegò che stavano facendo delle ricerche su Dolcino, riprendendo quelle iniziate quindici anni prima dal gruppo di Boggio.

―Poi mi racconti meglio dell’omicidio. Lo sai che non seguo la cronaca nera. Ma come è finita ieri sera? Qualche squilibrato? Un paziente riottoso? E sei andata in ospedale da lui? Male. Poco professionale.

―Piantala con questa storia, non puoi fare un attimo mente locale? Alla fine il Boggio era una persona che conoscevi, potresti dare un contributo. Noi crediamo che…

―Ma hai presente casa mia? Penso di no. Secondo te ci può ancora essere traccia di quella ricerca? Credo proprio sia impossibile, anche perché allora non salvavo tutto su Word, come ora, ed inoltre neanche me ne fregava più di tanto. Le traduzioni mi han chiesto, con commento a margine e quelle ho elargito. E di visionare moltissimi documenti inquisitoriali.

―Si, ma traduzione di che? E non hai mai più rivisto Ludovico in tutti questi anni?

―No. Mai avuto contatti. Dovrei ripensare a tutta la faccenda.

―Non ricordi nulla di una certa quarta lettera di Dolcino?

―No, come ti ho detto mi occupavo di traduzioni dal latino o mi davano dei documenti di processi dell’Inquisizione da scartabellare. E’ l’ansimare di una bestia quello che sento?

Aveva anche dovuto andare a prendere il cane, perché Fabrizio non era stato dimesso. Lei aveva aspettato che le comunicassero che era fuori pericolo dalla scorpacciata di farmaci e poi era andata a recuperare l’animale. Di prima mattina lui le aveva telefonato, pregandola di curarlo fino al suo rientro a casa.

―Evita il sarcasmo tuo solito. Un amico è stato molto male e ho dovuto tenermi il suo cane. - disse Andrea stizzita

―Vieni una sera alla Gran Madre a farti un aperitivo e vedrò di ricordare meglio questa questione. Io sono libero dopodomani.

―Ma non ho tempo! Questo professore di cui ti ho parlato dopodomani sarà in arrivo e vorrà già avere notizie precise.

―E allora porta anche lui, no?

―Guarda, mi farei volentieri una serata in compagnia, ma proprio non so come fare. E poi non so se lui… insomma.

L’idea di un simposio a tre con Matteo e Roberto le dava i brividi.

―Se ci siete dopodomani bene, altrimenti dovrete aspettare qualche giorno, perché vado da mia madre. Allora venite o no? Se sì, magari stasera do un’occhiata nelle vecchie scartoffie, sempre che ci siano.

―Va bene, alle otto vedrò di esserci. Ma cerca di non essere troppo sciolto con questo qui, è un po’ ingessato.

―Beh, adesso mi chiedi troppo, dopo che mi hai addirittura bidonato.

―Ah, finiscila di riesumare questa storia. Mi sono già scusata tre volte per la mia defezione.

Queste osservazioni poco piacevoli la indussero a ricordare che avrebbe dovuto telefonare in ospedale, per sapere come stava Fabrizio e anche per invitarlo a trovare qualcuno che si prendesse il cane. Era già mercoledì. E sicuramente venerdì o sabato sarebbe ripartita per Trivero.

La prima cosa da fare era liberarsi di Flick, per cui telefonò subito a Fabrizio, che le annunciò che l’avrebbero dimesso l’indomani.



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