Il nido del tempo by Anna Sarfatti

autore:Anna Sarfatti [Sarfatti, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2022-07-30T00:00:00+00:00

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Con occhi finestrini

Lisa vide Tobia rientrare con dei libri in mano, o almeno così le parve a distanza; ma era troppo presa dalle vicende di Miss Marple per occuparsi di altro.

Era capace di seguire tutto il film e raccontarlo poi nei particolari, pur schiacciando qua e là un pisolino. «Dormi con gli occhi finestrini» le aveva detto una volta Tobia, osservandola.

Evidentemente era solo un assopirsi, come i gatti, che controllano la situazione anche a occhi chiusi.

Lui andò a stendersi sul letto, sfogliando le pagine di un album: guardava le foto e leggeva le didascalie, cercando di capire chi, dove, quando. Sembrava tutto molto lontano dalla sua vita. Ci voleva la nonna per annodare i fili, avrebbe detto vedi quella è la zia Chita appena nata, oppure qui il tuo bisnonno era al fronte…

Realizzò in quel momento che né lui né sua madre stampavano le fotografie, quindi in casa loro non c’era l’uso degli album. Suo padre non faceva testo: pur essendo sempre in viaggio, non scattava mai fotografie. Peccato che, come era accaduto a sua madre, morto il cellulare, fossero andate perse tutte le sue foto. Gli dispiaceva pensare di non poter rivedere gli scatti dei primi e ultimi giorni di scuola, delle feste di compleanno, delle gite estive…

Sentì l’album farsi pesante tra le sue mani. Il professor Akash gli aveva assicurato che la stanchezza dopo l’intervento si sarebbe gradualmente attenuata, fino a scomparire. Al contrario di prima dell’intervento, quando l’aveva sentita crescere giorno dopo giorno. Aveva tenuta segreta a sua madre la paura di non tornare più normale, come i suoi compagni, ma il professore aveva saputo tranquillizzarlo con parole caute ma precise, guadagnando così la sua fiducia e la collaborazione. Era indiano, scura la pelle, i capelli corvini con un ciuffo ribelle che gli cadeva sulla fronte, gli occhi penetranti e dolci, un sorriso carnoso e un tempo lento nel muoversi e nel parlare. Era stato proprio il diverso rapporto col tempo che il professore gli aveva insegnato senza volerlo, un vivere nel presente con la consapevolezza e la gioia di esserci, preparando e aspettando il futuro, anche l’attimo dopo, senza i crampi dell’ansia.

La finestra era aperta, dai campi saliva un’aria profumata di pace. Più tardi avrebbe studiato storia e scienze, aveva dei capitoli da recuperare. Ma ora gli occhi volevano proprio chiudersi.

Lo svegliò il passaggio di un aeroplano; aveva ragione la nonna a dire che l’andirivieni dei motori era un’aggressione alla pace di quella terra.

Poco dopo, mentre prendeva il tè con lei, le raccontò del nido dei merli; poi scesero insieme ad annaffiare le rose. Degli album aspettò a dire, perché voleva rimandare tutto a mercoledì, come aveva chiesto Margherita.

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