Il Paradiso di Dante by Vittorio Sermonti

Il Paradiso di Dante by Vittorio Sermonti

autore:Vittorio Sermonti [Sermonti, Vittorio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-11-00113-3
editore: Garzanti
pubblicato: 2021-02-22T16:00:00+00:00


Qual venne a Climenè, per accertarsi

di ciò ch’avea incontro a sé udito,

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quei ch’ancor fa li padri ai figli scarsi:

tal era io, e tal era sentito

e da Beatrice e da la santa lampa

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che pria per me avea mutato sito.

Per che mia donna “Manda fuor la vampa

del tuo disio”, mi disse, “sì ch’ella esca

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segnata bene de la interna stampa:

non perché nostra conoscenza cresca

per tuo parlare, ma perché t’ausi

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a dir la sete, sì che l’uom ti mesca”.

“O cara piota mia che sì t’insusi,

che, come veggion le terrene menti

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non capere in triangol due ottusi,

così vedi le cose contingenti

anzi che sieno in sé, mirando il punto

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a cui tutti li tempi son presenti;

mentre ch’io era a Virgilio congiunto

su per lo monte che l’anime cura

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e discendendo nel mondo defunto,

dette mi fuor di mia vita futura

parole gravi, avvegna ch’io mi senta

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ben tetragono ai colpi di ventura:

per che la voglia mia saria contenta

d’intender qual fortuna mi s’appressa,

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ché saetta previsa vien più lenta”.

Così diss’io a quella luce stessa

che pria m’avea parlato; e come volle

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Beatrice, fu la mia voglia confessa.

Né per ambage, in che la gente folle

già s’inviscava pria che fosse anciso

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l’Agnel di Dio che le peccata tolle,

ma per chiare parole e con preciso

latin rispuose quello amor paterno,

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chiuso e parvente del suo proprio riso:

“La contingenza, che fuor del quaderno

de la vostra matera non si stende,

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tutta è dipinta nel cospetto etterno:

necessità però quindi non prende,

se non come dal viso in che si specchia

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nave che per torrente giù discende.

Da indi, sì come viene ad orecchia

dolce armonia da organo, mi viene

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a vista il tempo che ti s’apparecchia.

Qual si partio Ipolito d’Atene

per la spietata e perfida noverca,

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tal di Fiorenza partir ti convene.

Questo si vuole e questo già si cerca,

e tosto verrà fatto a chi ciò pensa

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là dove Cristo tutto dì si merca.

La colpa seguirà la parte offensa

in grido, come suol; ma la vendetta

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fia testimonio al ver che la dispensa.

Tu lascerai ogne cosa diletta

più caramente: e questo è quello strale

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che l’arco de lo essilio pria saetta.

Tu proverai sì come sa di sale

lo pane altrui, e come è duro calle

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lo scendere e ’l salir per l’altrui scale.

E quel che più ti graverà le spalle,

sarà la compagnia malvagia e scempia

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con la qual tu cadrai in questa valle:

che tutta ingrata, tutta matta ed empia

si farà contr’a te; ma, poco appresso,

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ella, non tu, n’avrà rossa la tempia.

Di sua bestialitate il suo processo

farà la prova, sì ch’a te fia bello

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averti fatta parte per te stesso.

Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello

sarà la cortesia del gran Lombardo

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che ’n su la scala porta il santo uccello;

ch’in te avrà sì benigno riguardo,

che del fare e del chieder, tra voi due,

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fia primo quel che tra li altri è più tardo.

Con lui vedrai colui che ’mpresso fue,

nascendo, sì da questa stella forte,

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che notabili fìer l’opere sue.

Non se ne son le genti ancora accorte

per la novella età, ché pur nove anni

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son queste rote intorno di lui torte;

ma pria che ’l Guasco l’alto Arrigo inganni,

parran faville de la sua virtute

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in non curar d’argento né d’affanni.

Le sue magnificenze conosciute

saranno ancora, sì che’ suoi nemici

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non ne potran tener le lingue mute.



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