Il piccolo club dei gatti curiosi by Charlie Lyndhurst

Il piccolo club dei gatti curiosi by Charlie Lyndhurst

autore:Charlie Lyndhurst [Lyndhurst, Charlie]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822779564
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2023-10-01T22:00:00+00:00


Capitolo 20

Wickford, Essex

Luke si presentò al rifugio per gatti in anticipo, ormai faceva parte della sua routine. A Sasha andava bene averlo tra i piedi o, quanto meno, non lo aveva cacciato via. Avevano instaurato una sorta di rapporto amichevole, evitando entrambi di parlare del suo padre biologico. Più lavorava al fianco di Sasha, più intravedeva in lei dei tratti che possedeva anche lui: il desiderio di aiutare gli altri, la dedizione alla famiglia e alle amicizie.

Bussò alla porta d’ingresso della casa, aspettando che Sasha venisse ad aprirgli.

«Mi auguro che tu sia pronto. Oggi sarà una giornata impegnativa», lo accolse lei con un sorriso, facendolo entrare.

«Perché?». Luke si fermò nel corridoio arioso e piastrellato.

Sasha si diresse verso l’area ampia e ben illuminata, che tutti chiamavano la cucina degli umani. «Stamattina dobbiamo prelevare tre gatti e oggi pomeriggio abbiamo in programma il doppio delle adozioni».

«È una buona cosa, giusto?».

Lei scrollò le spalle e gli porse un caffè. «Ti servirà».

Si recarono sul luogo della prima richiesta e parcheggiarono davanti alla casa. Una donna aveva avvistato un gatto nero a pelo lungo nel suo giardino e gli aveva dato da mangiare per un po’. Mostrò loro il capanno dove aveva rinchiuso l’animale con il cibo, su richiesta di Sasha.

Il gatto era in pessime condizioni: aveva il pelo opaco ed era pelle e ossa. Era sdraiato su una coperta e stava annusando l’aria.

Riuscirono a farlo entrare nel trasportino abbastanza facilmente.

«Da quanto tempo gli sta dando da mangiare?», chiese Sasha alla donna.

«Da quando ci siamo trasferiti qualche mese fa. A quanto pare, i precedenti proprietari lo hanno alimentato per anni».

Sasha sospirò, chiudendo gli occhi. «Grazie».

Salirono in macchina e Luke sistemò il trasportino nel retro del furgone. «Cosa c’è che non va?».

Sasha scosse la testa. «Se è vero che questo povero gatto è stato alimentato per mesi, se non per anni, è più che probabile che abbia qualcosa e che debba essere curato, perché non sta affatto bene». Provò ad attirare l’attenzione del gatto, agitando fuori dalla gabbia un finto giocattolo ricoperto di piume colorate. Poi scosse la testa e dichiarò: «È cieco. Come hanno fatto a non rendersene conto?». Sospirò. «Lo chiameremo Jessie».

Luke prese nota, poi mise in moto il furgone rosso sbiadito donato dall’ufficio postale con il logo del Fluffy Paws dipinto sulla fiancata. «È sempre così dura? Fate del bene, ma immagino ci siano giorni in cui dev’essere davvero difficile tirare avanti».

«Non possiamo tirarci indietro, perché non c’è nessun altro disposto a prendersi cura di questi poveri gatti. Chiunque pensi che siano soltanto delle soffici palle di pelo rimarrà molto deluso».

Rimasero in silenzio mentre lui seguiva le indicazioni del navigatore fino all’indirizzo successivo, che era di uno studio veterinario.

Luke parcheggiò il furgone. «Ti aspetto qui con il gatto?», s’informò.

«Se preferisci. Non ci vorrà molto. Prendi una boccata d’aria». E chiuse la portiera del furgone.

Luke si voltò verso il gatto nero, che stava miagolando sommessamente. Suppose che avesse fame. Una parte del suo cuore si spezzò per quella povera creatura. Voleva aiutarlo, ma non sapeva se sarebbe riuscito a sopportare il dolore e la tristezza.



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