Il principio maggioritario. Profilo storico by Edoardo Ruffini

autore:Edoardo Ruffini [Ruffini, Edoardo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: archivio ladri di biblioteche
pubblicato: 2014-08-26T22:00:00+00:00

Due fondamentali idee aristoteliche, l’idea che, nello Stato, coloro che ne vogliono la conservazione devono essere sempre in maggioranza, e l’idea della incorruttibilità della moltitudine, trovarono un’eco in Nicolò da Cusa. Fermo restando il principio tradizionale della Chiesa, che l’unanimità sia un ideale che solo Dio può aiutar l’uomo a raggiungere,27 egli cerca di giustificare i casi in cui nei Concili si deliberava a maggioranza. E lo trova nella teoria, che il corpus sacerdotale, sebbene sia caduco e mortale e corruttibile nei suoi membri, non lo è nella totalità, poiché sempre la major pars resta ossequente alla fede ed alla legge.28 La maggioranza (in senso generico) offre quindi la massima garanzia di non tralignare dalla retta via ed assicura perciò l’integrità e la continuità della Chiesa, così come assicura del resto anche quella dello Stato.29 Perciò le questioni di fede non devono essere risolte che da una vastissima assemblea di sacerdoti, ove la probabilità di un retto giudizio sarà poi tanto maggiore, quanto più grande sarà l’accordo, la concordantia. E qui, siccome nelle materie di fede occorre un giudizio infallibile, Nicolò da Cusa se la cava con un espediente, che corrisponde appieno all’idea germanistica del principio maggioritario. Dato che — egli dice — ciascuno nei Concili è tenuto a sottomettersi alla decisione della maggioranza, ne deriva che il Concilio finisce sempre per deliberare coll’accordo generale, anche se disparati erano i voti particolari prima della conclusione.30

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