Il principio speranza: Vol. 1 by Ernst Bloch

Il principio speranza: Vol. 1 by Ernst Bloch

autore:Ernst Bloch [Bloch, Ernst]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Political Ideologies, Communism; Post-Communism & Socialism, History & Theory
ISBN: 9788811599746
Google: 8oPptAEACAAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 1994-10-15T06:37:20+00:00


Il desiderio di cose lontane e la camera storicheggiante nel XIX secolo

Una storia del decimo secolo? - «Chi cavalca così tardi

nella notte e nel vento?»

Scheffel, Premessa a Ekkehard

Da quando il viaggio si è fatto comodo esso non porta più tanto lontano. Con sé porta più abitudini casalinghe e penetra negli usi locali ancora meno di prima. La camminata, la cavalcata, l’avventura inevitabile, nell’Ottocento sono state sostituite dal traffico, da una rete ferroviaria costruita con sbalorditiva rapidità, a paragone delle odierne linee aeree. Poco è stato tanto canalizzato quanto il viaggio; ci sono volute due guerre mondiali per disturbare questo utile progresso. L’Ottocento era pur riuscito a far sfrecciare indisturbato il rapido davanti a luoghi dove secondo i vecchi libri di viaggio c’erano prima spelonche di briganti, e il vivere pericolosamente a casa propria non era ancora molto in auge. In compenso però proprio la bella terra straniera venne falsificata in banchetto di vacanze per il piccolo borghese. Arrivarono le cosiddette agenzie di viaggio come strumento per realizzare a basso costo non soltanto il viaggio ma anche le vecchie immagini di desiderio che vi si connettevano. Cominciarono i cosiddetti luoghi e monumenti notevoli, posti nel bel mezzo di un mondo convenzionalmente italiano o convenzionalmente orientale, arrangiato per il viaggio organizzato. Nel 1864 Louis Stangen, ex impiegato delle ferrovie, organizzò il primo dei suoi viaggi in comitiva, che poi avrebbero avuto tanto successo; a un moderato desiderio di lontananza essi rivelarono non soltanto la sua Italia ma anche il suo Vicino Oriente. Si salutava Sorrento, la balenante fioritura delle onde, anche l’azzurro Adriatico, Corfù la perla delle isole, Il Cairo, porta dell’Oriente, e le gigantesche piramidi. Tutto garantito, mance comprese, tutto per bene, cicerone incluso, pagamento forfettario anticipato. Ma anche il turismo non condotto per mano si sviluppò in modo sempre più razionalizzato a partire dalla metà del secolo, col crescere del benessere del ceto medio; il mondo venne catalogato per essere visitato in otto giorni, quindici giorni, da quattro a sette settimane. Solo l’alpinismo a volte dava ancora luogo a cose non scontate, anche a desideri specifici di lontananza o meglio di altitudine. E rimase, anzi crebbe la partecipazione del pubblico dei lettori agli ultimi, residui viaggi di scoperta nell’Africa nera e al Polo Nord; il libro di Nansen Estremo Nord con le foto artiche e le stampe a colori della corona o del baldacchino dell’aurora boreale, diede a un vasto pubblico un’idea di natura non commercializzata. Questa veramente il normale viaggiatore la cercava anche quando si portava dietro tutta quanta la sua domestica, comoda cella (living room) e anche lì dove lo stesso mondo della Coca-Cola che favoriva il turismo sopprimeva sempre di più la sognata alterità e la distanza fiabesca dei luoghi visitati. Ma soprattutto, cosa che è alla base di tutta questa organizzazione, il turismo, dandosi alla navigazione, lambendo il Vicino Oriente o facendo diffondere a casa almeno le immagini «In volo per il mondo», acquisì un significato propagandistico crescente per i patri desideri di mercato internazionale e di potenza mondiale.



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