Il profumo perduto della cannella by Jenny Ashcroft

Il profumo perduto della cannella by Jenny Ashcroft

autore:Jenny Ashcroft [Ashcroft, Jenny]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2019-01-30T23:00:00+00:00


Quando arrivarono a destinazione Jeremy era nella veranda coperta di buganville, teneva Gus in braccio, tutto sbilenco, e infuriato come al solito. Guardava Hassan ed El Masri che sellavano i cavalli della carrozza. Hassan salutò Olivia, El Masri le fece semplicemente un cenno. Lei lanciò uno sguardo alla porta principale.

Le pareva quasi di percepire l’ombra indistinta di Clara, appena fuori dal suo campo visivo. Quanto è bello. Che divertimento.

Ralph, vestito di tutto punto malgrado il caldo, con pantaloni alla zuava, panciotto, cravatta, calzini lunghi e camicia inamidata (povera creatura), era in piedi accanto ad Hassan e si trascinava dietro quello che sembrava proprio un lazo. Appena scorse Olivia e Edward gli corse incontro.

«Sei un cowboy ora?», gli chiese Edward.

«Posso venire a cavallo con te, per favore?», Ralph lo guardò di sbieco arricciando il naso pieno di lentiggini sotto il cappellino di paglia. «Non voglio andare in carrozza come un bambino piccolo. I figli dei Pasha mi prenderanno in giro».

«Avvertili che dovranno vedersela con me, se lo fanno», disse Jeremy raggiungendoli. Sistemò meglio Gus, che allungava le gambette paffute mentre piangeva. Lo girò verso l’esterno, e scoccò a Olivia e Edward un sorriso stanco. «Siete stati gentili a venire», disse. «Ralph è molto eccitato».

Edward scese da cavallo. Prese Ralph sotto le ascelle e lo mise sulla sella. «Dovremmo farti prendere un paio di lezioni», disse.

«Wilkins sta venendo a trovarmi», disse Jeremy. «Vuole parlarmi degli sviluppi della situazione».

Edward fece una breve risata amara.

«Ha richiesto la presenza di Sheldon», disse Jeremy.

«È già andato in ufficio», disse Olivia.

Jeremy annuì, non sembrava particolarmente contrariato. «Anche Mildred è andata in città», disse. «È uscita dopo colazione per andare ad assillare Wilkins, senza dubbio. Non l’ho fermata e non le ho detto che il commissario stava venendo qui. Se è per questo non le ho detto neppure che saresti venuta anche tu, Livvy. Ho pensato che preferissi evitarla».

«Hai fatto bene», disse Olivia sorpresa dalla sua premura. «Ti ringrazio».

«Non ce n’è bisogno». Le allungò Gus. «Ti dispiace portarlo in carrozza? È troppo piccolo per andare a cavallo e Sofia ha la mattinata libera. È andata a trovare la sua famiglia. Farò venire qualcuno a riprendere il tuo cavallo».

«Non c’è problema». Olivia smontò. Appena prese Gus in braccio, il bimbo smise di piangere e le fece quello che avrebbe potuto essere un piccolo sorriso.

«Guardalo», disse Jeremy prendendo le redini di Bea, «ti riconosce».

«Credi?». Olivia diede al piccolo un paio di pacche sul sederino. Si ritrovò a esaminare i suoi lineamenti per cercare qualche somiglianza. Ma la pelle vellutata e olivastra era così diversa rispetto all’abbronzatura dorata di Edward, il suo bel volto non ricordava i lineamenti marcati di lui. Aveva gli occhi di un marrone più scuro, quasi nero, e anche i capelli erano più scuri, senza riflessi di luce. Non gli assomigliava per niente.

«Va tutto bene?», le chiese Edward.

«Tutto bene», rispose. Si girò verso la carrozza, quella su cui non era più salita dal giorno della scomparsa di Clara. Strinse più forte a sé Gus a ogni passo.

Jeremy le camminava accanto tirando Bea.



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