Il raccoglitore d'anime by Alan Campbell

Il raccoglitore d'anime by Alan Campbell

autore:Alan Campbell [Campbell, Alan]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-29T10:31:57+00:00


***

Nell’oscurità della tana che si era costruito nelle reti sotto la torre di Devon, Mr. Nettle guardò le navi che passavano sopra di lui. I motori rombavano in lontananza; i fari da ricerca penetravano la notte, muovendosi senza sosta, come zampe di strani dèi d’etere.

Una lastra di lamiera di circa tre metri per quattro e tre robuste travi recuperate dalla struttura di un deposito di gas formavano un tetto di fortuna.

Un po’ di corda teneva assieme il tutto e lo ancorava alla rete. Come in tutte le zone industriali, le reti erano robuste, e potevano sopportare senza problemi il peso del suo rifugio. Nelle due settimane precedenti si era av-venturato qualche volta fuori, per procurarsi una scorta di provviste. Senza niente da barattare e non avendo il tempo di organizzare dei recuperi, aveva dovuto rubare il cibo dai carri diretti al mercato della Valle del Giardino. Quanto all’acqua, aveva riempito la sua fiasca a una fontana di operai della Falce, senza però lasciar cadere neppure un penny in cambio nella fessura.

Le malefatte di Mr. Nettle gli ringhiavano contro - la sua mente continuava a tornarci sopra, come sulle ferite aperte - ma non lo perseguitavano come l’altro problema. Quello che gli pesava sullo stomaco come un mattone.

Erano state raccolte dodici anime, ne mancava ancora una. Per dare potere al vino d’angelo, l’Avvelenatore doveva per forza dissanguare a morte un altro innocente.

E Mr. Nettle avrebbe dovuto lasciarglielo fare.

Strinse i denti e si rigirò sulla rete, come se in quel modo potesse attenuare il dolore. Abigail era l’unica cosa che contava. Abigail, Abigail: continuava a ripetere il nome dentro di sé, come se quel ritmo potesse scacciare gli altri pensieri. Adesso che sapeva dov’era la sua anima, doveva permettere a Devon di completare l’elisir. Doveva farlo, per lei.

Ma la voce di Abigail echeggiava sempre nella sua mente, e non era contenta. Che ne sarà delle altre anime? Gli chiedeva. Resteranno intrap-polate dentro di me? O sarò io a rimanere intrappolata dentro di loro?

Non voleva pensarci. Quante persone sarebbe stata Abigail?

Le corde si tesero sotto di lui mentre si girava sullo stomaco per guarda-221

re giù nell’abisso. La discesa non sarebbe stata facile.

Impossibile, insisteva Abigail. Come farai a scendere? Con la corda?

Pensi di usare i tuoi rampini e le picche per tutta la strada fino alla città di Deep? E poi? Entrerai nel palazzo di Ulcis e gli chiederai di liberare la mia anima?

Non lo sapeva. Tutti avevano sentito le storie di coloro che erano scesi laggiù. E nessuno ne era mai tornato.

Troverò un sistema.

Come?

Non lo so. Magari avrebbe potuto rubare una nave, o calarsi dall’orlo dell’abisso.

Rubare una nave? Abigail rise. Chi credi di essere? Sei solo un razziatore, per amor di dio.

Lasciami in pace.

Che ne sarà della tua anima? Stai rinunciando all’eternità.

Un’immagine di Abigail gli si presentò alla mente: a sei anni, mentre batteva il piede per terra.

La sua anima? Era dannata fin dal momento in cui aveva deciso di recuperare il corpo di sua figlia dall’abisso. Il dio delle catene non ammetteva intrusioni.



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