Il recinto delle capre by Lorenzo Mazzoni

autore:Lorenzo Mazzoni [Mazzoni, Lorenzo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mille Battute
pubblicato: 2024-03-04T23:00:00+00:00

12

Tutti contro tutti, nessuno escluso

Tutti contro tutti a calci sul muso

Tutti contro tutti, caccia all'intruso

Tutti contro tutti contro tutti per uno

GIORGIO CANALI

Anche andare allo stadio non era servito a nulla.

Andare da Polpetta e Mandingo men che meno, se si escludeva l'interessante orazione di Durruti sul lavoro nero.

Doveva ammetterlo, non aveva idea di come svolgere quell'indagine.

Sospirò, bevve il caffè istantaneo e andò da Zanella, dell’Antidroga.

«No, Pietro. Ultimamente vanno di moda la cocaina e le pastiglie. È una vita che non moriva qualcuno di overdose di eroina. Direi che è quasi anacronistico.»

«Michele Costa è stato ammazzato, non si è fatto un'overdose. Chi ha in mano il giro adesso?»

«Gli ultimi che abbiamo preso erano albanesi. Trafficavano con un incensurato di Porotto. Poca roba... so però che il mercato grosso lo tengono in mano i nigeriani. Stazionano in un appartamento del Grattacielo.»

«Se sapete dove sono perché non li arrestate?»

«Non ci abitano due o tre nigeriani al Grattacielo. Metà delle famiglie vengono dall'Africa e non sappiamo quali siano gli spacciatori. Inoltre i condomini non ci sono molto d'aiuto in queste cose, lo sai.»

Proseguì nel suo giro all'interno del suq per racimolare informazioni. Si fece dare gli schedari all'Ufficio Immigrazione, scambiò due battute con Vergato della Volante che gli confermò la presenza attiva dei nigeriani nel mercato della droga.

«L'eroina è fuori moda» concluse questi, prima di chiudersi in macchina con Torelli per il giro di ronda.

Setacciò i luoghi dello spaccio leggero sotto i baluardi delle Mura e dietro al torrione di San Giovanni. Rinsecchiti ragazzini del Maghreb gli offrirono stecche di hashish e palline di coca ma niente eroina. Fermò personaggi ciondolanti dietro Darsena City che avevano tutta l'aria di essersi appena fatti un buco e scoprì che in realtà erano degli ubriaconi. Gli risero in faccia quando gli domandò se sapevano dove procurarsi dell'eroina.

Alla sera, verso le sette, stava per spegnere il computer quando entrò Appuntato nella stanza:

«Ispettore, il commissario Polano la vuole nel suo ufficio.»

Fece il corridoio con estrema calma. Entrò nell'ufficio sbadigliando volontariamente.

«Malatesta, Macario mi ha informato che lei ieri sera era a sentire un sovversivo parlare a una conferenza e che, dopo tale riunione, si è fermato a chiacchierare con...» Polano prese un foglietto dalla scrivania. «Luca Brini e Daniele Bianchi...»

Ecco come si chiamavano Mandingo e Polpetta! Luca e Daniele. Chissà qual era Luca e quale Daniele.

«I due fanno parte di un'associazione che aiuta i familiari dei guerriglieri palestinesi. Lo sa questo, Malatesta?»

«Sì.»

«E perché parla con loro?»

«Commissario, non siamo sotto dittatura, lo dica anche all'informatore Macario. Io fuori servizio parlo con chi mi pare. Nessun caso al momento coinvolge Luca Bianchi e Daniele Brini.»

«Luca Brini e Daniele Bianchi, ispettore.»

«Quello che voglio dire è che non le dirò perché ero là. Sono fatti miei.»

Polano sospirò:

«Ha a che fare con la morte del drogato?»

«Lo stadio aveva a che fare con la morte di Michele Costa, commissario.»

«E allo stadio, ieri, mi dica, cosa ha scoperto?»

«Nulla. Niente di niente. Forse dovrei provare al Grattacielo.»

«Al Grattacielo?»

Malatesta sapeva di giocare d'azzardo, ma era l'unico modo di tenere aperto il caso:

«Si immagini, commissario.

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