Il regno capovolto by Marie Lu

Il regno capovolto by Marie Lu

autore:Marie Lu [Lu, Marie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-12-16T12:00:00+00:00


LA FRECCIA

QUANDO HYACINTHUS QUELLA NOTTE MI VENNE a trovare in camera, ero sveglia e pronta a riceverlo. Non so perché, ma già a teatro avevo intuito che sarebbe venuto da me quella sera. Hyacinthus gettò un’occhiata a mio fratello ma questa volta non gli rivolse nemmeno la parola e lo lasciò dormire indisturbato.

«Sei cresciuta» mi disse.

Era cresciuto anche lui, notai. La sua forma agile, da ragazzino, si era trasformata in una corporatura più asciutta e più robusta. La tinta silvana della sua carnagione era impallidita ancora di più e su mani e braccia aveva tracce bianche, simili a tocchi di brina.

«Perché torni solo adesso?» gli chiesi sottovoce.

«Dovevo capire per bene come aiutarti» mi rispose con un sorriso fugace. «Aspettavo che mi dessi un segnale e finalmente stasera all’opera mi hai fatto un cenno.»

Aveva atteso che io mi accendessi d’ira? «Ma perché mi sarà d’aiuto essere furibonda?» domandai. «E perché serve a te?»

«È ora che tu affronti il terzo compito.» Si guardò alle spalle facendo tintinnare gli ornamenti che portava tra i capelli e scrutò la luna sospesa sopra i tetti della città. Mi accennò di avvicinarmi. «Ma dobbiamo affrettarci stasera, Fräulein. Hai poco tempo per impadronirti di ciò di cui ho bisogno.»

Avvertivo i fili della sua impazienza strattonare il mio cuore. Gettai le gambe giù dal letto e senza far rumore camminai a piedi nudi sul pavimento gelido. Lo seguii fuori dall’albergo fino in strada, dove qualche festaiolo ubriaco barcollava ancora sulla via di casa. Nessuno parve notarmi, benché un uomo strizzò gli occhi, confuso, come se avesse visto una strana ombra fluttuare sui muri quando Hyacinthus gli passò vicino.

A mano a mano che procedevamo il muschio copriva di un tappeto argentato il selciato della strada, e l’edera spuntava nelle fessure tra le pietre. In cielo brillavano le lune gemelle, ormai poco distanti l’una dall’altra, lucide e rotonde come zecchini. Alberi contorti formavano arcate tra le case. Quando li guardai con più attenzione, notai che i loro rami erano spogli come delle radici tese verso il cielo.

Gli alberi si infittirono sempre di più e presto nascosero del tutto gli edifici, spingendoci ad affrettarci su un sentiero di muschio che si snodava nel bosco ormai familiare. Simili a lucciole, i puntini luminosi delle fatine sospese nella notte ci illuminavano la via.

Hyacinthus accelerò e io lo seguii a fatica mentre sfrecciava sul sentiero che riuscivo appena a scorgere nel buio davanti a me.

Infine arrivammo in un prato coperto di fiori argento chiaro, con i petali che danzavano nella brezza. Tra di loro aleggiavano le fatine e quando giunse Hyacinthus sembrò che si svegliassero tutte contemporaneamente, la loro luce eccitata ci avvolse e i loro dentini mi mordicchiarono le caviglie. L’erba azzurra ondeggiava e sospirava sotto i nostri passi.

«Eccoci» disse Hyacinthus e mi indicò un grande arco naturale di pietra che collegava due formazioni rocciose. Sotto quella specie di ponte, in una valle invasa dalla vegetazione, alcuni pilastri in pietra delimitavano un ampio cerchio. «Molto tempo fa questa era una caverna. Quando il livello del mare si abbassò, crollò e ne rimase solo l’arco di pietra.



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