Il regno dei lupi. Le cronache del ghiaccio e del fuoco by George R.R. Martin

Il regno dei lupi. Le cronache del ghiaccio e del fuoco by George R.R. Martin

autore:George R.R. Martin [Martin, George R.R.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2001-03-14T23:00:00+00:00


SANS

«Più lo fai aspettare, peggio sarà per te» l’avvertì Sandor Clegane.

a cercò di aff

Sans

rettarsi. Inutile: le sue dita continuarono a impigliarsi tra nodi e bottoni. Il Mastino parlava sempre in tono rude ma, questa volta, nel modo in cui lui la stava guardando, c’era qualcosa che la riempiva di terrore. Che Joffrey avesse scoperto del suo incontro segreto con ser Dontos? “No, per pietà… No!” invocò silenziosamente nello spazzolarsi i capelli. Ser Dontos era la sua unica sper

sere

anza. “Devo es

graziosa. A Joff

piace che io sia graziosa. E gli piace che indossi questo abito, e questo colore.” Si passò le mani sul corpetto, spianandone le grinze. Il tessuto le fa-sciava stretto il busto.

Nel lasciare le sue stanze, Sansa si tenne alla sinistra del Mastino, lontano dalla metà sfigurata della sua fa

»

ccia. «Dimmi che cosa ho fatto.

«Non tu. Il tuo regale fratello.»

«Robb è un traditore» parole che Sa

meno

nsa ormai ripeteva senza nem

più pensare. «Qualsiasi cosa abbia fatto, io non ne ho alcuna parte.»

“Dei, aiutatemi, fate che non si tratti dello Sterminatore di re.” Se Robb aveva fatto del male a Jaime Lannister, Sansa sapeva che questo avrebbe significato la sua fine. Rivide ser Ilyn Payne, la Giustizia del re, rivide questi suoi terribili, spietati occhi lividi, fiammeggianti nello scarno volto butterato.

«Ti hanno ammaestrato proprio bene, uccellino» grugnì Sandor Clegane.

erto inferior

La condusse sul ponte cop

e, dove una folla si era radunata

lungo i merli degli arcieri. In molti si fecero da parte per lasciarli passare.

Sansa udì lord Gyles tossire. Ragazzi di stalla sfaccendati le lanciarono occhiate insolenti. Per contro, ser Horas Redwyne evitò di guardarla, e suo fratello, ser Hobber, fece addirittura finta di non vederla. A terra un gatto giallo stava morendo e miagolava dal dolore. Aveva un dardo di balestra conficcato tra le costole. Sansa aggirò il piccolo corpo scosso dagli ultimi spasmi sentendosi male.

Ser Dontos si avvicinò sul suo grottesco cavallo ricavato da un manico di scopa. Da quando era arrivato al torneo troppo ubriaco per montare in aveva decre

sella, re Joffrey

tato che, da quel momento in poi, sarebbe stato

sempre in sella.

bigliò, dan

«Sii forte» le bis

dole una stretta al braccio.

Joffrey era in piedi al centro dell’assembramento. In pugno, stringeva una balestra istoriata. Ai suoi lati c’erano ser Boros e ser Meryn. Alla sola eal

vista dei due cavalieri della Guardia r

e, Sansa si sentì aggrovigliare le

viscere. Si prostrò davanti al re.

«Maestà.»

«Inginocchiarti ormai non ti salverà» disse il re. «Alzati. Ti trovi qui per rispondere dell’ultimo tradimento perpetrato da tuo fratello.»

«Maestà, qualsiasi cosa abbia fatto mio fratello, il traditore, io non ho parte alcuna. Tu questo lo sai, t’imploro…»

«Fatela alzare!»

Il Mastino la rimise in piedi, non senza una certa gentilezza.

«Ser Lancel» abbaiò Joff «dille dell’ennesimo oltraggio.»

Sansa aveva sempre considerato Lancel Lannister un giovane attraente e di buone maniere. Ma nello sguardo che lui le lanciò non c’era né gentilezza né compassione.

«Servendosi di qualche turpe stregoneria, tuo fratello ha guidato un’orda rcito di

di mostri all’attacco dell’ese

ser Stafford Lannister, a nemmeno tre

giorni di cavallo da Lannisport. Migliaia di validi uomi ati macel-ni sono st

lati nel sonno senza nemmeno

ossibilità di alzar

la p

e la spada.



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