Il Regno del destino by Victoria Aveyard

Il Regno del destino by Victoria Aveyard

autore:Victoria Aveyard [Aveyard, Victoria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-25T12:00:00+00:00


24

La strada scelta

Sorasa

Fu svegliata dalle voci in coperta, si girò nella piccola branda e vide Dom che incombeva sulla porta. L’oblò della cabina era meno buio di quanto ricordasse, il primo chiarore dell’aurora filtrava dalla piccola apertura. Con un sussulto, Sorasa si rese conto di aver dormito molto più di quanto voleva. “Ero proprio esausta” pensò alzandosi con uno sbadiglio. Si infilò le braghe di cuoio e i vecchi stivali, ma tenne addosso la camicia rubata. Sopra si gettò la giubba lacera, con una manica che rischiava di staccarsi.

Sul pavimento accanto al letto c’era un piatto di carne secca e formaggio. La carne era vecchia e dura ma l’ingoiò insieme al formaggio insipido. Dopo tanti giorni di fame, avrebbe mangiato di gusto qualunque cosa a portata di mano.

«Cosa dicono?» domandò Sorasa con la bocca piena.

Dom la fissò con espressione torva. Anche lui era in braghe e camicia, e Sorasa non sapeva dire se fosse riuscito a riposare.

«Siamo vestiti uguali» borbottò lei, disgustata.

Lui ricambiò con un sorrisetto.

«Al momento non posso farci molto» sbottò. Poi guardò verso l’alto. «Il vento e la corrente ci spingono verso il resto delle navi fuggite dal porto. Se ne vedono sempre di più con il passare delle ore. Quasi tutti mercantili.»

Sorasa riprese a mangiare con più calma, sollevata.

«Bene» disse. «Noi siamo più veloci di qualunque mercantile sull’acqua.»

Si sentiva sporca e stropicciata, mentre Dom aveva un aspetto pulito. I capelli biondi erano pettinati e intrecciati di nuovo sopra le orecchie, la barba spuntata. Con un moto di stizza, Sorasa si scostò i capelli ispidi dietro le orecchie. Avrebbe desiderato un pettine, ma non ce n’era traccia in cabina.

«Forse dovremmo rasarti la testa» borbottò, guardando la chioma di Dom.

Lui impallidì, raccapricciato e confuso. «Come dici?»

«Sei sui manifesti da ricercato in tutto il regno. Dovremmo fare tutto il possibile per renderti meno riconoscibile.»

«Mi rifiuto» dichiarò lui asciutto, con un lampo negli occhi verdi.

Il soffitto rimbombò, sulle assi del ponte si erano messi a correre. Sorasa contò almeno tre paia di stivali che correvano verso il lato di dritta della Figlia della tempesta.

Superò Dom senza perdere tempo, dirigendosi verso la scaletta fuori dalla cabina. Sapeva che l’Avo l’avrebbe seguita, silenzioso come sempre. Era troppo prevedibile, dopo tanti mesi passati insieme. In cima agli stretti gradini Sorasa si fece da una parte e lasciò che Dom la precedesse, sapendo che l’avrebbe comunque spinta dietro di sé.

Lui raggiunse la botola e la aprì di qualche centimetro per dare un’occhiata al ponte della Figlia della tempesta. Sorasa sbirciò da sotto il suo braccio, avvicinandosi quanto era possibile senza appoggiarsi allo scontroso Immortale.

Erano in mare aperto, abbastanza al largo della Baia degli Specchi da essersi lasciati completamente alle spalle il fumo di Ascal. Verso est l’alba si annunciava con una striscia di un rosa intenso. Benché Taristan fosse a chilometri di distanza, non erano ancora fuori della portata del suo demone.

Sorasa scrutò la linea dove il mare incontrava il cielo e notò i punti neri di altre imbarcazioni. Una era più vicina delle altre, la prua rivolta direttamente verso la Figlia della tempesta.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.