Il regno dell’uroboro by Michele Ainis

autore:Michele Ainis [Ainis, Michele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggio sociologico
ISBN: 9788893447355
editore: La Nave di Teseo Editore spa
pubblicato: 2018-10-02T22:00:00+00:00

La post-verità

L’emblema di questa nuova condizione umana sono i gruppi chiusi su Facebook. Nascono su iniziative che intendono aggregare le persone attorno a un certo argomento, e gli argomenti sono i più svariati; ma al loro interno si suona sempre un unico spartito. Con quali conseguenze? Le mostra, per esempio, una ricerca pubblicata nel 2016: i gruppi chiusi di Facebook ignorano le informazioni discordanti rispetto alle proprie convinzioni, mentre accettano quelle che suonano conformi, anche se chiaramente false. 46 Di più: l’opinione avversa può persino funzionare da collante, come il verbo degli eretici rispetto all’ortodossia religiosa. Aumentando, così, la “polarizzazione di gruppo”, ossia quel fenomeno per cui la discussione prolungata della stessa tesi, da parte di quanti se ne dichiarano seguaci, ha l’effetto di rafforzare i convincimenti collettivi, orientandoli verso la posizione più estrema e intransigente.

Da qui un passaggio storico, un salto culturale: se nel Quattrocento l’invenzione della stampa a caratteri mobili inaugurò l’era dell’informazione, ora si è aperta l’era della disinformazione. Non a caso il World Economic Forum, già nel 2013, indicò la massiccia disinformazione digitale come una tra le principali minacce dell’età contemporanea. E non a caso questa è l’epoca delle fake news , che volano come api impazzite nei cieli della Rete. Sono le bufale, le balle, un genere letterario antico quanto l’uomo. La politica se ne è sempre nutrita, vuoi per denigrare gli avversari, vuoi per giustificare le proprie condotte. “Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”, diceva Otto von Bismarck. E infatti la casistica è più lunga di un lenzuolo, dalle teorie cospiratrici accreditate dai nazisti per annientare gli ebrei alle bugie di Bush e Blair sugli arsenali chimici di Saddam Hussein, che condussero all’invasione dell’Iraq. Però in tempi recenti le notizie false si moltiplicano, si propagano a raggiera, determinano perfino l’elezione di un presidente degli Stati Uniti: Donald Trump, l’uomo politico meno legato alla realtà dei fatti in tutta la storia americana. 47

Le ragioni di questo fenomeno perverso sono almeno sei, e dipendono – per l’appunto – dal dominio del web sulle nostre esistenze, individuali e collettive. In primo luogo la polarizzazione di gruppo indotta dai social network , ne abbiamo già parlato. In secondo luogo la spinta alla condivisione, alimentata anch’essa dai like di Facebook, dagli share , dagli indici di gradimento che punteggiano ogni esperienza digitale. In terzo luogo la “camera dell’eco” ( echo chamber ), in cui ci rinchiudiamo quando restiamo soli fra le pareti d’un computer: una condizione claustrofobica che al contempo ci rende più indifesi, più esposti al pregiudizio. In quarto luogo il calo di fiducia nei media tradizionali – documentato dal crollo dei quotidiani in tutto il mondo – che comporta la perdita di qualsiasi controllo sulla qualità dell’informazione. In quinto luogo la struttura lenticolare della Rete, dove non esiste un centro di gravità, sicché le informazioni si diramano senza incontrare freni né barriere, senza la responsabilità da cui sono gravati gli editori. In sesto luogo la logica

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