Il Regno Incantato by AA.VV

Il Regno Incantato by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
editore: Mondadori
pubblicato: 1993-08-21T16:00:00+00:00


5

Problemi di coscienza

Il mio corpo e i miei sensi dormirono perché ero esausto, ma per tutta la notte orride fantasie continuarono ad agitarsi nella mia mente. Ero di nuovo nella caverna maledetta e mi torturavo le mani sul fuoco; scivolavo a piedi nudi sulle rocce aguzze, col cuore in gola arrancavo lungo l’ultimo chilometro verso la luce del cottage... che ora giganteggiava come una sera infuocata davanti a me.

Era giorno fatto quando mi svegliai, e ringraziai il Signore per i benedetti raggi del sole. Ero stato adagiato su uno dei letti estraibili della stanza più interna, e la prima cosa che vidi fu il pastore che, seduto su una sedia con le braccia conserte, mi scrutava grave in volto. Mi alzai e cominciai a vestirmi, consapevole della debolezza che mi faceva tremare le gambe e le braccia. La sorella del pastore mi applicò un unguento sulle ustioni e mi fasciò i polsi; poi, zoppicando come un vecchio, passai in cucina.

Avevo la gola asciutta e chiusa e potei mangiare ben poco, ma il latte corretto al brandy mi rinvigorì. Intanto, fratello e sorella sedevano in silenzio, lanciandomi occhiate furtive.

— È stato restituito dalle fauci stesse della Fossa — disse infine il pastore. Mi tese una sottile asta di selce. — L’ho trovata stamattina davanti alla porta.

La presi, ma la lasciai cadere quasi subito e rivolsi uno sguardo vuoto alla finestra. I miei nervi erano troppo provati per reagire a nuovi terrori. Il tempo era bello, il sole d’aprile splendeva e ovunque erano visibili le tinte morbide e gaie della primavera. Ma io mi sentivo stordito, escluso per sempre dal mio piacevole passato come dal futuro, esperto dell’orrore e zimbello di esseri senza nome. Gli occhi mi caddero sui libri ammucchiati sul tavolo, e per un momento le antiche conosciute civiltà mi parvero infinitamente preziose.

— Devo andarmene subito. E così voi. Non potete restare qui, morireste. Se sapeste quello che io so, vi mettereste a urlare per la paura. Quanto dista Allermuir? Venti, venticinque chilometri? Ce ne sono altri quindici fino ad AllerFoot, e alla ferrovia. Se partiamo insieme e prima che cali il buio forse ce la faremo. Ma in fretta, non c’è un momento da perdere. — E ancora un po’ traballante, mi alzai e cominciai a raccogliere le mie cose.

— L’accompagnerò alla stazione — disse il pastore — perché salta agli occhi che non è in grado di cavarsela da solo. Mia sorella resterà qui e baderà alla casa. Se in dieci anni non ci è accaduto nulla, di certo non accadrà oggi.

— Ma non potete restare. Sarebbe una follia — cominciai a protestare, ma lui m’interruppe dicendo: — Ho fiducia in Dio.

— Che almeno sua sorella venga con noi. È impensabile che la lasci qui da sola.

— Io resto qui — intervenne la donna. — Non ho paura finché resto in casa, protetta dalle finestre sbarrate.

Rassegnato, rifeci alla bell’e meglio i bagagli, ficcai i libri in una sacca e tenendomi stretto al pastore, uscii di casa. La valle



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