Il ritorno dei Gattivolanti (1989) by Ursula K. Le Guin

Il ritorno dei Gattivolanti (1989) by Ursula K. Le Guin

autore:Ursula K. Le Guin
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantastico
ISBN: 978-88-6526-083-8
editore: Salani
pubblicato: 2016-08-10T00:00:00+00:00


Mammagatta non pianse, ma le sue fusa erano un po’ tremolanti mentre li baciava, uno alla volta. Poi cominciò immediatamente a lavare il collo e le orecchie della micetta, senza smettere di parlare: «State bene, cari? A vedervi si direbbe di sì. Crescendo vi siete fatti bellissimi. E Tina? E Arturo?».

«Stiamo tutti bene, mamma...».

«... e abitiamo in un fienile di campagna...».

«... dove non viene mai nessuno...».

«... tranne due esseri umani molto gentili, che ci portano da mangiare e hanno cura di noi...».

«Ma raccontaci di te, mamma. Com’è che hai lasciato il vicolo?»

«E come hai fatto a perdere la micetta?»

Teo e Marga non avrebbero più smesso di far domande, se Mammagatta non avesse cominciato a parlare, acciambellandosi intorno alla micetta nera che si stava già appisolando.

«Ebbene, miei cari, quel giorno è stato il più brutto della mia vita. E da allora fino a questo momento sono sempre stata molto triste al pensiero di aver perduto la mia ultimogenita! Era nata poco prima che le case cominciassero a crollare. Suo padre è il signor Miciosoriano. Lo ricorderete, suppongo».

Teo e Marga annuirono.

«La piccola gli assomiglia tutta» disse con orgoglio Mammagatta. Poi seguitò a raccontare: «Poco dopo la nascita della nostra unica figlia, il signor Miciosoriano dovette recarsi per affari in un altro quartiere della città. E prima del suo ritorno accadde una cosa terribile. Il cassone delle immondizie, che era stato da sempre la mia abitazione, venne portato via. Così rimasi allo scoperto, e la gente vide la mia micetta. La vide mentre si esercitava a usare le ali, proprio come facevate anche voi da piccoli, quando vi arrampicavate in cima ai sacchi della spazzatura e vi buttavate giù in picchiata. Gli esseri umani cominciarono a gridare e a chiamarsi l’un l’altro, tutti eccitati. Una confusione che non vi dico. Alcuni si misero a correre per acchiappare la micetta, e io corsi per difenderla. Ma d’un tratto ci trovammo separate!

«La povera piccola, con la forza della disperazione, spiccò il volo e scomparve dentro la finestra rotta di un abbaino altissimo. Io non potei seguirla. Ma neppure la gente poté entrare dentro la casa, perché il portone era chiuso con delle assi inchiodate.

«Erano tutti arrabbiatissimi, e per sfogare la loro rabbia si misero a inseguire me. Io scappai, ma ero così spaventata che persi l’orientamento».

«Oh, mamma!» sussurrò Marga, e Teo rabbrividì.

«Vagai per ore e ore in tutte le strade del quartiere, chiamando la mia piccola. M’inseguirono dei cani. Ero ormai sfinita quando due mani, improvvisamente, mi sollevarono da terra. Non capii che cosa mi stava succedendo. Le mani mi portarono dentro l’ingresso di una grande casa, e poi su per un’infinità di gradini, e finalmente mi trovai qui. Da quel giorno non mi sono più mossa. La buona vecchia signora che mi aveva sollevata è una vera amica per me. È lei che mi porta da mangiare e ha cura di me. E il suo grembo è comodo e sicuro.

«Ormai ho capito che sono troppo anziana per amare ancora la vita della strada, e qui sarei stata molto felice, se non fosse stato per il pensiero della mia micetta perduta.



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