Il segreto di Icaro by Loredana Frescura

Il segreto di Icaro by Loredana Frescura

autore:Loredana Frescura [Frescura, Loredana]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, Action & Adventure, General
ISBN: 9788838437182
Google: JN6GAAAACAAJ
editore: Piemme Junior
pubblicato: 1995-10-15T12:25:51+00:00


Il professor Alderici non aveva mai visto niente di simile: era venuto per parlare di Fulvio a una madre che immaginava seria, coscienziosa, severa, ordinata (qualità che riteneva appropriate per un’archivista brava come lei), e si era ritrovato in mezzo ad un ciclone.

La signora continuava a sbattere contro porte e sportelli, a rompere oggetti, a dimenticarsi delle frasi già dette, a cambiare continuamente posto agli oggetti di casa. La bambina, che lui immaginava dolce, esile e indifesa, se ne andava in giro per casa con delle grosse forbici e tagliava tutto ciò che le capitava vicino. Aveva provato pure con i suoi pantaloni e solo con la promessa di mille lire l’aveva fatta desistere.

Quel giorno stesso decise di non fidarsi mai più, neppure minimamente, delle apparenze e di non giudicare mai una persona, finché non fosse stato almeno a casa sua.

– Vede signora, – ritentò per la decima volta l’Alderici lisciandosi i baffi – suo figlio è il migliore elemento della classe; ma sono alcuni giorni che non è più lo stesso. Non che vada male, questo no... ma è, come dire, svagato...

A questo punto il professore fu interrotto dalla signora che gli offriva una tazza con del liquido fumante che all’apparenza poteva essere tè... o caffè, chissà. Quando porse il piattino con la tazza, Corinne sorrise vanamente, come se non avesse capito una sola parola. Ma all’Alderici sembrò che un angelo avesse dischiuso le labbra e rimase lì impalato con il tè, o il caffè, a mezz’aria.

Corinne si sedette davanti a lui nella piccola cucina e lo invitò:

– Prego, allora mi dica: Fulvio è bravo vero? Oh lo so, è proprio un bravo ragazzo, serio, studioso, responsabile. Ah, come vorrei qualche volta somigliare a lui. Ma prego, beva il tè (ora finalmente il liquido era stato identificato) altrimenti si raffredda. E scusi sa, per il disordine, soprattutto per Gina; ma io non riesco a controllarla. Ho il dubbio atroce che sia come me.

L’Alderici portò la tazza alle labbra e, soffiando sul liquido, ne bevve un bel sorso, più per riprendersi dallo shock del sorriso che per sete.

Ma subito sentì un sapore terribile invadergli la bocca, gli occhi cominciarono a lacrimargli e la voglia di sputare fu insopportabile. Così, con la faccia paonazza dal disgusto, ingurgitò il tè e sentì subito che anche il suo stomaco ribolliva dalla rabbia.

Corinne lo guardava con uno sguardo interrogativo dipinto sul bel viso tondo: «Perché mai si contorce così?» pensava, e guardò verso Gina domandandosi se avesse messo le micidiali puntine sulla poltrona: l’ultima volta lo aveva fatto in occasione della visita del padrone di casa e l’effetto era stato quello di una biscia tirata per la coda.

A Corinne non venne per niente in mente che nel tè aveva versato tre grossi cucchiai di sale, convinta che fosse zucchero e non ricordandosi che lo zucchero era stato messo nel barattolo del caffè.

Comunque l’Alderici, dopo qualche minuto in cui aveva rischiato il soffocamento, si riprese. Il colorito ritornò normale e gli occhi smisero di piangere.

Era veramente un uomo coraggioso quando decise che si era innamorato di quella donna.



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