Il Servitore Di due Padroni by Carlo Goldoni

Il Servitore Di due Padroni by Carlo Goldoni

autore:Carlo Goldoni [Goldoni, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-23T18:58:22+00:00


ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Sala della locanda con varie porte

Truffaldino solo, poi due Camerieri.

TRUFFALDINO Con una scorladina ho mandà via tutto el dolor delle bastonade; ma ho magnà ben, ho disnà ben, e sta sera cenerò meio, e fin che posso vòi servir do padroni, tanto almanco che podesse tirar do salari. Adess mo coss’òia da far? El primo patron l’è fora de casa, el segondo dorme; poderia giust adesso dar un poco de aria ai abiti; tirarli fora dei bauli, e vardar se i ha bisogno de gnente. Ho giusto le chiavi. Sta sala l’è giusto a proposito. Tirerò fora i bauli, e farò pulito. Bisogna che me fazza aiutar. Camerieri ( chiama).

CAMERIERE ( viene in compagnia d’un garzone) Che volete?

TRUFFALDINO Voria che me dessi una man a tirar fora certi bauli da quelle camere, per dar un poco de aria ai vestidi.

CAMERIERE Andate: aiutategli ( al garzone).

TRUFFALDINO Andemo, che ve darò de bona man una porzion de quel regalo che m’ha fatto i me padroni ( entra in una camera col garzone).

CAMERIERE Costui pare sia un buon servitore. È lesto, pronto, attentissimo; però qualche difetto anch’egli avrà. Ho servito anch’io, e so come la va. Per amore non si fa niente. Tutto si fa o per pelar il padrone, o per fidarlo.

TRUFFALDINO ( dalla suddetta camera col garzone, portando fuori un baule) A pian; mettemolo qua ( lo posano in mezzo alla sala). Andemo a tor st’altro. Ma femo a pian, che el padron l’è in quell’altra stanza, che el dorme ( entra col garzone nella camera di Florindo).

CAMERIERE Costui o è un grand’uomo di garbo, o è un gran furbo: servir due persone in questa maniera non ho più veduto. Davvero voglio stare un po’attento; non vorrei che un giorno o l’altro, col pretesto di servir due padroni, tutti due li spogliasse.

TRUFFALDINO ( dalla suddetta camera col garzone con l’altro baule) E questo mettemolo qua ( lo posano in poca distanza da quell’altro). Adesso, se volè andar, andè, che no me occorre altro ( al garzone).

CAMERIERE Via, andate in cucina ( al garzone che se ne va). Avete bisogno di nulla? ( a Truffaldino).

TRUFFALDINO Gnente affatto. I fatti mii li fazzo da per mi.

CAMERIERE Oh va, che sei un omone; se la duri, ti stimo ( parte).

TRUFFALDINO Adesso farò le cosse pulito, con quiete, e senza che nissun me disturba ( tira fuori di tasca una chiave) Qual èla mo sta chiave? Qual averzela de sti do bauli? Proverò ( apre un baule).

L’ho indovinada subito. Son el primo omo del mondo. E st’altra averzirà quell’altro ( tira fuori di tasca l’altra chiave, e apre l’altro baule). Eccoli averti tutti do. Tiremo fora ogni cossa ( leva gli abiti da tutti due i bauli e li posa sul tavolino, avvertendo che in ciaschedun baule vi sia un abito di panno nero, dei libri e delle scritture, e altre cose a piacere). Voio un po veder, se gh’è niente in te le scarselle. Delle volte i ghe mette dei buzzolai, dei confetti ( visita le tasche del vestito nero di Beatrice, e vi trova un ritratto).



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