Il significato della felicità by Alan W. Watts

autore:Alan W. Watts [Watts, Alan W.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ubaldini Editore - Roma
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

IL SIGNIFICATO DELL’INDIVIDUAZIONE

Prima di tutto dobbiamo domandarci, in un linguaggio semplice e scevro da espressioni gergali, che cosa proponga di fare. Propone di adattare l’individuo al suo universo interiore, ai suoi impulsi naturali inconsci, in modo che tutto il suo essere sia trasformato in un organismo totale e connesso, con un centro di gravità e di equilibrio conscio. Presuppone che l’inconscio, ovvero la natura nell’uomo, sia la sorgente della vitalità, e presume che il suo potere creativo possa essere gestito con maggiore efficacia quando l’io gli fornisce un canale senza ostruzioni ma nondimeno diretto. Mentre il genio nevrotico trova la sua energia nell’evasione e il genio naturale nella ‘possessione’ da parte delle forze inconsce (che è stretta alleata alla pazzia), il genio integrato dovrebbe poter attingere liberamente e consciamente alle sorgenti della vita inconscia. Non vedo come lo si possa esprimere più concretamente, e credo che questo linguaggio rimarrà un assoluto mistero per quanti non avvertono minimamente in sé la presenza di una vita inconscia. Quando la vita è centrata interamente nella coscienza, è naturalmente impossibile capire il significato di un centro di diversa natura. Se fossimo consci solo della testa, sarebbe impossibile avere il minimo senso del plesso solare.

Forse c’è un altro modo con cui l’inconscio può entrare in contatto con la comune esperienza quotidiana. Molti hanno a volte l’impressione di avere più di un’anima; ciò vale soprattutto per i bambini e gli uomini primitivi. Lafcadio Hearn descrive una conversazione su questo argomento con un contadino giapponese il quale gli dice che un uomo può avere fino a nove anime, e che il loro numero dipende dalla sua perfezione spirituale. Più sono le anime meglio è, ma qualunque sia il loro numero, l’essenziale è tenerle insieme. “Talvolta” egli dice, “si possono separare. Ma, se le anime di un uomo si separano, egli impazzisce. I pazzi sono quelli che hanno perduto una delle loro anime”.6 Questo senso di una molteplicità di anime sembra una consapevolezza rudimentale dell’inconscio e, più specificamente, del carattere indipendente delle sue forze. I bambini avvertono cambiamenti nella loro personalità di giorno in giorno; in molti casi, per esempio, possiamo notare cambiamenti notevoli nella loro calligrafia, ed è straordinario vedere con quanta sincerità possano giocare a essere altre persone e cose. Ma da adulti tendiamo a dimenticare le nostre molte anime e, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, diveniamo più stabili e centrati nel nostro comportamento mentale. Penso che la ri-creazione della personalità si potrebbe giustamente definire un ridiventare consci della nostra pluralità, delle nostre molte anime, e lasciarle contribuire tutte al nostro essere anziché una alla volta. “Il genio”, diceva Novalis, “è forse nient’altro che il risultato della pluralità interiore.” Vengono anche alla mente le parole del Riccardo II di Shakespeare:

L’anima sarà la femmina e il cervello il maschio;

e questi due genereranno pensieri che si moltiplicheranno

e popoleranno questo piccolo mondo di umori

quali si riscontrano fra la gente del mondo reale,

perché nessun pensiero è contento di sé.

I pensieri di più alto ordine,

quali potrebbero essere i pensieri di cose religiose,

si mescolano a dubbi e mettono il verbo divino

in contraddizione col verbo divino.

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