Il Signore degli Anelli by J.R.R. Tolkien

Il Signore degli Anelli by J.R.R. Tolkien

autore:J.R.R. Tolkien
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2012-12-20T23:00:00+00:00


CAPITOLO IX

RELITTI E ALLUVIONI

Gandalf e la scorta del Re si allontanarono cavalcando, voltando verso est per fare il periplo delle mura distrutte d’Isengard. Ma Aragorn, Gimli e Legolas rimasero al cancello. Mentre Arod e Hasufel erravano liberi in cerca di erba, essi andarono a sedersi accanto agli Hobbit.

«Bene, bene! La caccia è finita, ed ecco che c’incontriamo nuovamente là dove nessuno di noi avrebbe mai immaginato di capitare», disse Aragorn.

«Ed ora che i grandi hanno da discutere importanti faccende», disse Legolas, «gli inseguitori possono forse infine scoprire le soluzioni di alcuni piccoli enigmi. Seguimmo le vostre tracce sino alla foresta, ma rimangono molti punti su cui desidererei conoscere la verità».

«E anche noi vogliamo sapere moltissime cose», disse Merry. «Barbalbero, il Vecchio Ent, ci ha dato qualche ragguaglio, ma di gran lunga insufficiente».

«Ogni cosa a tempo debito», interloquì Legolas. «Noi eravamo i cacciatori, e tocca a voi narrare per primi le vostre avventure».

«Sì, ma più tardi», disse Gimli. «Innanzi tutto urge un pasto. La mia testa ferita duole e il mezzogiorno è passato. Questi vagabondi potrebbero farsi perdonare le loro colpe trovandoci un po’ del bottino di cui parlavano. Cibi e bevande ridurrebbero alquanto i vostri debiti nei miei confronti».

«E allora te ne daremo», rispose Pipino. «Preferisci rimanere qui, o pasteggiare più comodamente fra le macerie della guardiola di Saruman, lì in fondo sotto l’arco? Noi dovemmo portare qui le provviste per dare un’occhiata alla strada mentre mangiavamo».

«Meno di un’occhiata!», disse Gimli. «Ma mi rifiuto di mettere piede in casa di Orchi, di toccare carne di proprietà degli Orchi o qualunque altra cosa essi abbiano manipolato».

«Non pretenderemmo mai una cosa simile da te», disse Merry. «Anche noi non vogliamo più saperne degli Orchi per tutta la vita, dopo quello che abbiamo passato! Ma c’era molta altra gente a Isengard. Saruman, nonostante tutto, era ancora abbastanza saggio per non fidarsi dei suoi Orchi. Teneva degli Uomini a guardia del cancello, i suoi servi più fedeli, suppongo. Comunque erano privilegiati e forniti di ottime provviste».

«E di erba-pipa», soggiunse Gimli con aria inquisitiva.

«No, non credo», disse ridendo Merry. «Ma quella è un’altra storia, che può attendere; prima cerchiamo di essere a stomaco pieno».

«Ebbene, andiamo a mangiare!», disse il Nano.

* * *

Gli Hobbit fecero strada; passarono sotto l’arco e giunsero a un’ampia porta sulla sinistra, in cima a una rampa di scale. Dava su una grande stanza, in cui da un lato era un camino, e sulla parete opposta altre piccole porte; era una stanza scavata nella roccia, e un tempo doveva essere molto buia, poiché le finestre si aprivano soltanto sulla galleria. Ma ora la luce entrava liberamente dal tetto crollato. Nel focolare bruciava un rimasuglio di legna.

«Ho acceso il fuoco», disse Pipino. «Ci dava un po’ di allegria in mezzo a tanta nebbia. C’erano pochi fasci, e la maggior parte della legna che trovammo in giro era bagnata. Ma il camino tira benissimo: sembra che una corrente d’aria serpeggi su attraverso la roccia, e per fortuna la cappa non è stata bloccata. Un falò fa sempre comodo.



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