Il suo nome e Fausto Coppi by Crosetti Maurizio

Il suo nome e Fausto Coppi by Crosetti Maurizio

autore:Crosetti, Maurizio [Crosetti, Maurizio]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Ettore

Nel sonno lo sentivo battere i denti e raschiarli come un topo nel legno. Le prime volte pensavo che era proprio quello, un topo da qualche parte o nell’armadio. Io e il Fausto dividevamo la camera in tutti i giri che abbiamo fatto, dividevamo la strada degli allenamenti e le cose da fare quando gli allenamenti finivano, nel senso che io davo una mano anche a casa se c’era qualcosa da sbrigare. Ultimamente facevo alle volte anche le commissioni con l’Appia per la signora, finché lei ha detto che le succhiavo la benzina e questo era troppo, cosí le commissioni non le ho fatte piú.

Abitavo a Novi vicino alla Pernigotti e ho vissuto tutta la mia vita dentro il profumo del cioccolato. Alla lunga viene la nausea. La strada era una riga di alberi e si vedevano le sagome delle fabbriche, d’inverno uscivano dalla nebbia come persone che avevano perso la via. Il Fausto la sera prima delle gare non voleva mai dormire anche se si coricava presto, e poi quando prendeva finalmente sonno era agitato e con i denti faceva quel lavoro.

La Bruna era nata paesana e morí paesana. Qui lo siamo tutti. Non accettava che fuori di casa il suo uomo non fosse soltanto suo. Eravamo una famiglia. Noi gregari proteggevamo il Fausto in corsa e se potevamo anche fuori. Ci mettevamo attorno a lui come i soldati per ripararlo dal vento e un po’ dalla fatica, ci mettevamo davanti con le biciclette e di fianco. Mi capitava di fermarmi a prendere i panini, delle volte me li facevo preparare da qualche salumiere, dicevo mi faccia per piacere due panini per Coppi, e se c’è tempo uno anche per me.

Io andavo abbastanza forte sul passo ma in salita no. Vinsi anche una tappa al Giro d’Italia che si arrivava a Napoli, era il 1953 e Zavoli e Ferretti pagarono una donna orrenda per darmi il bacio della miss, era strabica e senza denti e mi ricordo che ridevano tutti, anche il Fausto che non è mica vero che aveva sempre il muso.

Nel 1948 ascoltavamo le cronache del Giro di Francia alla radio, e a un certo punto lui non voleva neanche piú accenderla perché stava trionfando Bartali, e mi diceva Ettore, se l’anno prossimo non ci andiamo pure noi smetto di correre. E poi infatti in quel Tour del ’49 il Fausto fece cose grandissime specialmente dopo la crisi, che quel Goddet aveva scritto che Coppi non era degno ma dopo averlo visto volare nell’ultima cronometro aveva cambiato idea, oh sí, e allora aveva detto che la pedalata di Coppi era classica e pura come la Divina Commedia: giornalisti! Quando al Fausto montava il cattivo umore, noi gregari sapevamo che era buon segno e cosí accadde già verso i Pirenei anche se poi lui bucò quella gomma sul Peyresourde. Ma fu nella tappa di Briançon che tutti capirono perché nel ciclismo non era mai nato uno come il Fausto, e mai sarebbe nato. Questo lo sapeva benissimo Bartali per primo.



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