Il Taoismo: La Via è la meta by Alan Watts

autore:Alan Watts [Watts, Alan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, Taoist, Religion, Taoism, Eastern, General
ISBN: 9788867084098
Google: ZSAxCwAAQBAJ
editore: Lindau
pubblicato: 2015-07-27T22:00:00+00:00

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Sulla Via II

C’era una volta un contadino cinese che aveva perso un cavallo, gli era sfuggito. Quella sera tutti i suoi vicini andarono da lui e gli dissero: «È proprio un peccato». E lui disse: «Forse». Il giorno dopo, il cavallo tornò e portò con sé sette cavalli selvaggi, e tutti i vicini andarono lì e dissero: «Non è fantastico?», e il contadino rispose: «Forse». Il giorno dopo suo figlio stava cercando di addomesticare uno dei cavalli quando fu sbalzato via dalla sella e si ruppe una gamba, e tutti i vicini accorsero e dissero: «Beh, questo sì che è un peccato, non è vero?». E il contadino disse: «Forse». Il giorno dopo arrivarono degli addetti al reclutamento in cerca di uomini per l’esercito, e rifiutarono il figlio perché aveva una gamba rotta. La sera arrivarono tutti i vicini e dissero: «Non è meraviglioso?», e lui rispose soltanto: «Forse».

Questa storia riflette il senso di un fondamentale atteggiamento taoista, secondo il quale l’intero processo della natura è una rete integrata di straordinaria complessità. È impossibile stabilire se ciò che accade è positivo o negativo, perché non si sa mai quali potrebbero essere le conseguenze finali della buona e della cattiva sorte.

Conosco una donna che era piuttosto felice finché non ha ereditato due milioni di dollari, e a quel punto stava malissimo perché aveva paura che chiunque, soprattutto il governo, potesse portarglieli via. Dall’altro lato, probabilmente tutti siamo a conoscenza di casi in cui qualche ridicolo inconveniente o incidente ci ha salvati da un fato ben peggiore, oppure ci ha fatto incontrare qualcuno, innamorare o trovare un amico. Non si sa mai quale sia la catena di eventi o la serie di collegamenti che esiste fra le cose.

È per questo motivo che i taoisti criticano due cose: la prima sono le parole, e la seconda è l’interferire. Al contrario, i confuciani, che sono sempre stati un popolo letterario, hanno sviluppato una pratica chiamata «rettificazione dei nomi». Per spiegare questo concetto devo fare una piccola osservazione sui confuciani in generale, perché hanno i loro lati positivi e negativi. Il lato negativo è il loro interesse quasi esclusivo per gli argomenti letterari. Nella storia della civiltà cinese, gli studi confuciani non hanno portato a nessun progresso scientifico significativo. Erano degli scolastici, e all’epoca ciò significava che seguivano il libro, che credevano a ciò che dicevano il testo antico e le sacre scritture, e che li studiavano fino a diventare esperti come un rabbino o un teologo cristiano. Ma i mistici non si sono mai interessati troppo alla teologia. Ai mistici interessa l’esperienza diretta, e quindi – anche se forse riderete di loro e non li considererete scientifici – adottano un approccio empirico. E i taoisti, essendo dei mistici, sono stati l’unico grande gruppo dell’antico popolo cinese a studiare seriamente la natura. Si sono interessati ai suoi principi sin dall’inizio dei tempi, e i loro libri sono pieni di analogie fra lo stile di vita taoista e il comportamento delle forze naturali osservabili nell’acqua, nel vento, nelle piante e nelle rocce.

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