Il veleno è servito by Anthony Berkeley

autore:Anthony Berkeley [Berkeley, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852046520
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-04-22T16:00:00+00:00

CAPITOLO OTTO

INTERLUDIO INTERNAZIONALE

1

La mia ordalia subì però un rinvio. Prima che potessi raggiungere il banco dei testimoni, un mormorio febbrile aveva cominciato a diffondersi tra i pezzi grossi riuniti intorno al tavolo del coroner. Una delle personalità lì presenti si protese in avanti e sussurrò qualche parola al coroner, col risultato che la seduta venne aggiornata al dopo pranzo.

Con i volti tesi tipici di chi non è abituato a essere osservato da un pubblico, ci facemmo largo tra la folla e ci dirigemmo a casa. Harold doveva andare nell’altra direzione, ma Glen e Rona ci accompagnarono fino alla svolta che portava a casa nostra.

— Bene, amico mio — affermò Rona quando nessun orecchio estraneo poteva sentirci — è stato tutto molto istruttivo. Ora cosa ne pensi della giustizia britannica?

— Della giustizia britannica?

— Gli inquirenti stanno cercando di appioppare questa morte a una donna innocente.

— Ah, capisco. Sì, credo stiano tentando di far credere alla giuria che Angela ha messo il veleno nella medicina dopo che la boccetta era stata recapitata a casa.

— Esattamente. Chissà se avranno successo oppure no. Tu che probabilità pensi abbiano, Glen?

— Personalmente — disse Glen — non penso che otterranno il verdetto a cui stanno puntando. Ci sono diverse brave persone nella giuria che volevano bene a John e che non vorranno vedere sua moglie accusata di omicidio... che credano alla sua colpevolezza oppure no. Ma non ci scommetterei, comunque.

— Dipende dalle altre testimonianze... la tua, Douglas, e quella di Frances, per esempio.

— Rona — disse Frances — John non ti ha detto di aver bevuto metà della boccetta?

— Oh, sì — rispose tranquillamente Rona. — Ma io non mi sono lasciata fermare da un piccolo spergiuro per impedire che venisse compiuta una terribile distorsione della giustizia.

— Non sono d’accordo — obiettò Glen, piuttosto sulla difensiva. — La cosa migliore è dire la verità e lasciare che gli inquirenti la utilizzino per farci quello che possono.

— Chissà — fece Frances, e io capii che stava pensando alla famosa boccetta.

— Tu sei assolutamente certa che non sia stata Angela — dissi all’improvviso a Rona. — Be’, direi che lo siamo tutti. Ma se non è stata lei, allora chi è il colpevole?

— Questo deve scoprirlo la polizia, posto che ci riesca — rispose Rona. — Personalmente non intendo avanzare nessuna ipotesi, fare dei nomi o indulgere in qualsivoglia scandalo. Una volta che cose del genere prendono il via, diventa impossibile prevedere dove si fermeranno.

— Mia cara ragazza — disse suo fratello — perché, tu ti illudi che i pettegolezzi non siano già in moto?

Io e Frances eravamo arrivati all’altezza della svolta, perciò ci fermammo per un momento all’angolo.

— In ogni caso — disse Frances — è una domanda a cui bisognerà dare risposta. Oppure no?

— Non lo so. — Rona sembrava preoccupata. — Non ti pare probabile che dietro tutto questo ci sia qualcosa di cui siamo all’oscuro?

— Andiamo — la interruppe suo fratello. — Voglio pranzare.

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