Il violino dell'impiccato e altri racconti by Emile Erckmann & Alexandre Chatrian

Il violino dell'impiccato e altri racconti by Emile Erckmann & Alexandre Chatrian

autore:Emile Erckmann & Alexandre Chatrian [Erckmann, Emile & Chatrian, Alexandre]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788898739820
editore: Nero Press
pubblicato: 2016-10-22T22:00:00+00:00


Il cabalista Hans Weinland

Il nostro professore di metafisica Hans Weinland era quello che i cabalisti definiscono un archetipo, alto, magro, la carnagione plumbea, i capelli rossi, il naso adunco, gli occhi grigi, il sorriso ironico stampato sulle labbra, sormontate da lunghi baffi alla prussiana.

Suscitava lo stupore di tutti noi con le evoluzioni della sua logica, con i suoi argomenti concatenati, con i suoi lineamenti beffardi, taglienti, che gli venivano naturali così come le spine su un cespuglio di rovi.

In barba a tutte le tradizioni universitarie, questo tipo originale portava normalmente un grosso cappello svasato con una piuma di gallo, una redingote chiusa con alamari, pantaloni molto larghi e stivali alla russa ornati da piccoli speroni d’argento, il che gli conferiva un aspetto bellicoso.

Orbene, un bel mattino, maestro Hans, che mi voleva molto bene, e a volte mi chiamava “il figlio del dio azzurro”, entrò in camera mia e disse: «Christian, sono venuto ad avvertirti che puoi cercarti un altro professore di metafisica: io parto tra un’ora per Parigi».

«Per Parigi! Cosa andate a fare a Parigi?»

«Argomentare, discutere, cavillare… che ne so?» disse facendo spallucce.

«Allora tanto vale che rimaniate qui».

«No, si prospettano grandi cose. Inoltre ho degli ottimi motivi per tagliare la corda.»

Poi, dopo aver socchiuso la porta ed essersi accertato che nessuno ci avrebbe sentito, si avvicinò dicendomi all’orecchio: «Avrai sicuramente saputo che stamani ho affondato una spada di tre cubiti nel ventre del maggiore Krantz».

«Voi?»

«Sì. Figurati che ieri quell’animale ha avuto il coraggio di sostenere, nell’osteria Gambrinus, che è una mera questione di immaginazione. Ovviamente gli ho fracassato in testa il mio boccale; tanto che stamani siamo andati in un posticino nei pressi del fiume, e lì gli ho servito un’argomentazione materialista inoppugnabile».

Lo guardai stupefatto.

«Allora partite per Parigi?» ripresi dopo un attimo di silenzio.

«Sì. Ho terminato il trimestre tre o quattro giorni fa; il denaro mi basterà per il viaggio. Ma non c’è un minuto da perdere; tu conosci il rigore delle leggi in fatto di duelli; il male minore che potrebbe accadermi sarebbe di passare due o tre anni al fresco e io, naturalmente, preferisco diventare uccel di bosco».

Hans Weinland mi raccontò tutte quelle cose seduto sul bordo del tavolo, rollandosi una sigaretta tra le lunghe dita magre. Poi mi fornì qualche dettaglio sull’incontro con il maggiore Krantz, e finì col chiedermi il passaporto per andare all’estero, sapendo che avevo fatto di recente un viaggio in Francia.

«È vero che ho otto o dieci anni in più di te» mi disse infine «ma siamo entrambi molto rossi e magri; me la caverò facendomi tagliare i baffi».

«Maestro Hans» gli risposi turbato «vorrei potervi rendere il favore che mi chiedete, ma ciò mi risulta impossibile; va contro i miei principi filosofici. Il passaporto è nel cassetto dello scrittoio, a fianco alla Ragion pura di Kant. Vado a fare un giro in piazza delle Acacie…»

«Bene! Bene!» disse «Capisco i tuoi scrupoli, Christian; ti fanno onore, ma non li condivido. Abbracciamoci; mi occupo io del resto!»

Qualche ora dopo, tutta la città apprese con stupore



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