In Difesa Delle Cause Perse. Materiali per la rivoluzione globale by Slavoj Žižek

In Difesa Delle Cause Perse. Materiali per la rivoluzione globale by Slavoj Žižek

autore:Slavoj Žižek
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Grizli777
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


...ma non abbastanza buono in teoria

Il « no » franco-tedesco ci si presenta come l'ultimo capitolo della storia del populismo. Per l'elite tecnocratica liberale illuminata il populismo è costitutivamente «protofascista», rappresenta la rinuncia alla ragione politica, una rivolta in guisa di esplosione di cieche passioni utopistiche. La risposta più facile a questa liquidazione consisterebbe nelPaffermare che il populismo è per sua natura neutro: una sorta di dispositivo politico trascendentale-forma- le che può incarnarsi in differenti posizioni politiche. Questa opzione è stata elaborata in dettaglio da Ernesto Laclau.13

Per Laclau la logica dell'articolazione egemonica si applica, offrendo un bell'esempio di autoreferenzialità, anche all'opposizione concettuale tra populismo e politica: il « populismo » è l’objet laca-niano della politica, la figura particolare che rappresenta la dimensione universale del politico, motivo per cui esso è la « strada maestra » per la comprensione del politico. Hegel ha fornito un termine per questa sovrapposizione tra l'universale e una parte del suo contenuto particolare: « determinazione antitetica » (gegensàtzliche Be-st immung) nel punto in cui il genere universale incontra se stesso tra le sue specie particolari. Il populismo non è un movimento politico specifico, ma il politico nella sua forma più pura: l'« inflessione » dello spazio sociale che può riguardare ogni contenuto politico. I suoi elementi sono meramente formali, « trascendentali », non ontici: il populismo ha luogo quando una serie di esigenze « democratiche » particolari (una migliore sicurezza sociale, servizi sanitari, tasse più basse, opposizione alla guerra ecc.) si concatena in una serie di equivalenze e questa concatenazione produce il «popolo» come soggetto politico universale. Ciò che caratterizza il populismo non è il contenuto ontico di queste rivendicazioni, ma il fatto meramente formale che, attraverso la loro concatenazione, il « popolo » emerge come soggetto politico e tutte le lotte e gli antagonismi particolari differenti si mostrano come parte di una lotta antagonistica tra « noi » (il popolo) e « loro ». Il contenuto del « noi » e del « loro » a sua volta non è prescritto in anticipo, ma è la posta in gioco della lotta per l'egemonia: anche elementi ideologici brutali come il razzismo e l'antisemitismo possono essere concatenati in una serie populista di equivalenze, nel modo in cui il «loro » è costruito.

E chiaro ora perché Laclau preferisca il populismo alla lotta di classe: il populismo fornisce una matrice « trascendentale » neutrale di lotta aperta, il cui contenuto e le cui poste in gioco sono essi stessi definiti dalla lotta contingente per l'egemonia, mentre la « lotta di classe» presuppone un particolare gruppo sociale (la classe operaia) come agente politico privilegiato; questo privilegio non è esso stesso l'esito della lotta egemonica, ma è fondato sulla « posizione sociale oggettiva » di questo gruppo - la lotta politico-ideologica è dunque ridotta in ultima istanza a un epifenomeno di processi sociali «oggetti», dei poteri e dei loro conflitti. Per Laclau, al contrario, il fatto che una certa lotta particolare sia elevata a « equivalente universale» di tutte le lotte



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