In fondo alla notte by Dean Koontz

In fondo alla notte by Dean Koontz

autore:Dean Koontz [Koontz, Dean]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:46:05+00:00


36

Ventiquattr’ore dopo. Sabato pomeriggio.

Lo storno si arrampicava sulle pareti curve della gabbia e, di tanto in tanto, faceva risuonare l’ottone. Ad Alex, sembrava il rumore di un filo armonico che si spezzava sotto un’eccessiva tensione.

«Farfalle ballerine», disse Inamura.

Joanna sbatté le palpebre e chiuse gli occhi. Il respiro cambiò, e si abbandonò nella poltrona reclinabile.

Con grande abilità, lo psichiatra la fece tornare indietro negli anni fino a che si ritrovò di nuovo nel suo lontano passato, nella stanza che puzzava di antisettici e di disinfettanti.

«C’è una finestra in quella stanza, non è vero, Joanna?» domandò Inamura.

«Sì. Una.»

«Le persiane sono aperte?»

«Sì.»

Con una leggera esitazione, il dottore domandò: «Che cosa vedi fuori della finestra?»

«Paura, tensione, ansietà, cominciano già.»

Inamura aprì una copia dell’edizione giapponese di L’uomo disintegrato, a una pagina che aveva segnato con un nastro di seta blu. Joanna aveva re-citato l’ultima frase di un ritornello che faceva parte integrante della storia di Bester. Inamura lesse a voce alta la riga precedente. «’Molla, disse Ti-ra.’»

Sebbene il dottore non avesse fatto alcuna domanda, Joanna rispose:

«Paura, tensione, ansietà, cominciano già».

«’Molla, disse Tira.’»

Questa volta, Joanna non rispose.

Inamura si sporse in avanti nella poltrona. «Sei nella stanza che puzza di alcol… ammoniaca. Sei legata al letto.»

«Sì.»

«C’è una finestra. Una finestra aperta. Che cosa vedi fuori della finestra, Joanna?»

«Il tetto di una casa», rispose lei senza esitazione. «È un tetto a mansarda. Tegole nere. Non ci sono finestre. Vedo due comignoli di mattoni.»

«Per Dio, ha funzionato!» esclamò Alex.

«Ho ricevuto il romanzo di Bester l’altra sera», raccontò Inamura, «e l’ho letto in una sola tirata. È fantascienza avvincente, questa. Ricorda che fine fa l’assassino alla fine del romanzo?»

«Viene catturato dalla polizia telepatica», rispose Alex.

«Esatto. Viene catturato nonostante la sua astuzia. Dopodiché, invece di imprigionarlo o giustiziarlo, lo ‘disintegrano’. Gli fanno a pezzi la psiche e gli cancellano la memoria. Gli rimuovono fino all’ultima idea strana e bizzarra che gli ha permesso di commettere un omicidio. E infine lo ricostrui-scono come un cittadino modello. Ne fanno una persona completamente nuova. »

«È quanto è accaduto a Joanna, in qualche modo. Tranne che lei è una vittima innocente.»

«Certe cose che trent’anni fa erano fantascienza oggi sono realtà. Nel bene o nel male.»

«Non ho mai avuto dubbi che le tecniche moderne del lavaggio del cervello potessero modificare radicalmente un’identità», disse Alex. «Voglio solo sapere perché diavolo è stato fatto a Joanna.»

«Forse avremo la risposta oggi», suggerì lo psichiatra. Si rivolse di nuovo alla paziente e domandò: «Cos’altro vedi fuori della finestra, Joanna?»

«Solo il cielo.»

«Sai in quale città ti trovi?»

«No.»

«In quale paese?»

«No.»

«Parliamo delle persone che vengono a farti visita in quella stanza. Sono molte?»

«Un’infermiera. Tarchiata. I capelli grigi. Non mi piace. Ha uno… strano sorriso.»

«Sai come si chiama?»

«Non riesco a ricordarmelo.»

«Non c’è fretta.»

Joanna si rabbuiò in viso mentre si sforzava di ricordare il nome dell’infermiera. Alla fine disse: «No. Mi è sfuggito».

«Chi altro viene a farti visita?»

«Una donna dai capelli e dagli occhi castano scuri. Lineamenti marcati.

È molto attiva, efficiente. Una dottoressa…»

«Come fai a saperlo?»

«Credo… credo che me l’abbia detto lei. E fa cose… cose che fanno i medici.



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