Inferno by Dan Brown

Inferno by Dan Brown

autore:Dan Brown [Brown, Dan]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Mondadori
pubblicato: 2013-05-13T22:00:00+00:00


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Narra la leggenda che è fisicamente impossibile entrare nel battistero di San Giovanni senza guardare in alto. Langdon, nonostante vi fosse stato parecchie volte, avvertì anche ora l’attrazione mistica per quello spazio e lasciò che il suo sguardo vagasse verso il soffitto.

Sopra di lui la volta ottagonale si estendeva da parte a parte per più di venticinque metri, brillando e luccicando come se fosse fatta di braci ardenti. La superficie brunita d’oro ambrato rifletteva in modo disomogeneo la luce ambientale sulle sue piastrelline non imboiaccate – più di un milione di minuscole tessere di mosaico tagliate a mano da lastre di vetro smaltato –, disposte in cinque cerchi concentrici in cui erano rappresentate scene della Bibbia.

Per aggiungere un ulteriore effetto drammatico alla già splendente porzione superiore del battistero, un fascio di luce naturale bucava lo spazio immerso nell’oscurità da un oculo centrale – molto simile a quello del Pantheon a Roma – e da una serie di alte finestrelle situate in nicchie arretrate, che gettavano raggi luminosi così netti e definiti da sembrare quasi solidi, come travi strutturali disposte ad angolature sempre mutevoli.

Mentre Langdon si inoltrava con Sienna all’interno del battistero, osservò meglio il mosaico del soffitto: una rappresentazione a più livelli del paradiso e dell’inferno, molto simile alla descrizione nella Divina Commedia.

“Anche Dante Alighieri l’ha visto da bambino” pensò Langdon. “Ispirazione dall’alto.” Fissò poi lo sguardo sull’elemento principale del mosaico. Sospesa direttamente sopra l’altare centrale, si stagliava un’immagine, alta più di otto metri, del Cristo giudice attorniato dai giusti e dai dannati.

Alla sua destra, i beati ricevono la ricompensa della vita eterna; alla sua sinistra, invece, i peccatori vengono lapidati, arsi allo spiedo e mangiati da ogni genere di creature mostruose.

A supervisionare le torture c’era un gigantesco mosaico di Satana, rappresentato come una bestia infernale divoratrice di uomini. Langdon trasaliva sempre quando vedeva quella figura che, più di settecento anni prima, aveva fissato dall’alto il giovane Dante Alighieri, terrorizzandolo per poi ispirargli il vivido ritratto della creatura demoniaca imprigionata nell’ultimo cerchio dell’Inferno.

Il diavolo cornuto del macabro mosaico era raffigurato nell’atto di divorare un essere umano dalla testa. Le gambe della vittima, penzoloni dalla bocca di Satana, ricordavano quelle scalcianti dei peccatori sepolti fino al petto nelle Malebolge di Dante.

“Lo ’mperador del doloroso regno” pensò Langdon, richiamando alla mente il testo di Dante.

Dalle orecchie di Satana strisciavano fuori due enormi serpenti che si contorcevano e si pascevano anch’essi di peccatori; davano quasi l’impressione che Satana avesse tre teste, esattamente come il Lucifero descritto nel canto finale dell’Inferno. Langdon pescò nella memoria frammenti delle vivide immagini del poeta.

“… io vidi tre facce alla sua testa… e per tre menti gocciava il pianto e sanguinosa bava. Da ogne bocca dirompea co’ denti un peccatore, a guisa di maciulla…”

Langdon sapeva che la triplice malvagità di Satana era carica di significati simbolici e rispecchiava, in un equilibrio perfetto, la triplice gloria della Santissima Trinità.

Mentre osservava quella figura raccapricciante, cercò di immaginare l’effetto che il mosaico doveva avere avuto sul giovane Dante, il quale anno



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