Io non mi arrendo by Andrea Gallo

Io non mi arrendo by Andrea Gallo

autore:Andrea Gallo [Gallo, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini&Castoldi
pubblicato: 2013-09-28T22:00:00+00:00


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il carmine

Il Carmine era una parrocchia difficile, anche perché è proprio collocata tra il centro storico e Castelletto. Difficile e povera. Ogni anno giungevano in questa zona 100-150 nuclei famigliari, a occupare appartamenti minuscoli e fatiscenti: le abitazioni erano a volte impraticabili, quasi inabitabili. Il mercato rionale era indecente. Tra i giovani c’era molta disoccupazione. Erano gli anni del Concilio Vaticano II, della lotta di classe, delle rivendicazioni studentesche. Scegliendo di venire a lavorare in questa parrocchia faccio dunque una scelta precisa: stare con la gente, condividerne i problemi, trovare le possibili soluzioni.

Io venivo da una situazione regolamentata, salesiano di Don Bosco, dove tutto è prestabilito, a suon di campane. Trovandomi in un nuovo quartiere, non conoscevo nessuno, nemmeno il parroco, tuttavia mi sforzavo di vivere la vita del quartiere. Entravo nei negozi, mi fermavo a parlare per strada, a contatto con le famiglie più povere, ero pieno di entusiasmo perché avevo deciso di stare con la gente.

Le mie prediche della domenica riguardavano i problemi del momento, dalle ingiustizie sociali alla riforma della scuola, dalla Chiesa dei poveri all’attualità. La parrocchia diventa un punto di ascolto, di riferimento e incontro per giovani e adulti della zona grazie anche al doposcuola e al gruppo scout che pratica un Cristianesimo schierato dalla parte dei poveri. Da ogni parte della città giungono persone in cerca di amicizia, solidarietà e confronto anche politico.

La domenica a mezzogiorno era dedicata al dialogo tra genitori e figli. Una volta ho incontrato un padre di famiglia, un vecchio genovese, che mi ha confessato soddisfatto che la domenica era rimasto a tavola con i suoi figli fino alle cinque. Nasceva una «primavera», un impegno che andava dai credenti ai non credenti, c’erano ancora le prime comuni, fino ai gruppi scout. Quando intervennero i superiori per fermare questo fermento, se ne interessò tutta la stampa, italiana ed estera. Firme, occupazione della chiesa. C’era un fermento nuovo. La gente arrivava anche dalle altre zone della città.

Durante le mie omelie avevo da una parte il Vangelo e dall’altra il giornale con i fatti della vita quotidiana. La predica era sempre attuale. Vengono attirati anche i militanti della nuova sinistra cristiana, un gruppo di rinnovamento: nacquero gruppi ecclesiali di base e le messe domenicali erano piene di gente. Si creò una sinergia tra gli abitanti del Carmine, i portuali, gli operai, chi viveva di espedienti, e quindi la domenica a mezzogiorno diventava proprio un’assemblea, un momento forte di comunione.

Durante la settimana nella parrocchia del Carmine ci davamo molto da fare, scout, doposcuola soprattutto per i ragazzi delle famiglie bisognose, ma le persone che volevano il mio allontanamento dal Carmine erano colpite dai temi che affrontavamo. Durante la predica parlavo del Vietnam, delle bombe al napalm. Borghesi e reazionari erano scandalizzati. Il reazionario si porta dentro il virus del fascismo che crede in Dio, padre, famiglia e il virus è sempre in libera uscita. Gli stessi reazionari che prima non condividevano il mio modo di fare il prete al Carmine, oggi non condividerebbero il mio atteggiamento verso la città vecchia e i suoi abitanti.



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