Io sono nessuno by Jenny Valentine

Io sono nessuno by Jenny Valentine

autore:Jenny Valentine [Valentine, Jenny]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788858514702
Google: 8vmYCgAAQBAJ
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2015-09-24T15:52:04+00:00


15

Helen, Edie e Frank erano seduti a tavola quando sono tornato. Helen ha spento la sigaretta. «Pensavo che fossi a letto» ha detto.

«Avevo bisogno di una boccata d’aria.»

«Com’era fuori?» ha chiesto Edie. Aveva i capelli bagnati, appena lavati. Sembrava molto giovane.

«Bello. Ho incontrato Floyd.»

Helen è stata improvvisamente colta da un accesso violento di tosse, come se le fosse andata di traverso l’acqua. Edie è impallidita e mi ha fatto un cenno con la testa: un rapido, fermo, preciso segnale d’allarme.

Solo Frank non ha reagito. Non penso che avesse sentito. Stava leggendo il giornale e l’ha chiuso, poi l’ha scosso e ripiegato accuratamente, frush crack frush. Mi ha mostrato la prima pagina. C’era una foto di noi quattro, proprio al centro, sotto il titolo FINALMENTE A CASA. Gliel’ho tolto di mano.

«“Cassiel Roadnight, di Felindre, nei pressi di Hay on Wye, è tornato in famiglia dopo una lunga assenza”» ho letto a voce alta. «“Cassiel era scomparso durante il festival Hay on Fire di due anni fa, ma la sua famiglia non si è mai data per vinta e ha continuato a cercarlo. ‘È la prova che tutti i nostri sforzi erano giustificati’ ha dichiarato sua sorella Edie”.»

«Veramente, io non ho detto una parola. Lo sappiamo tutti» è intervenuta Edie.

«“Il fratello di Cassiel, Frank, è un funzionario di banca e vive a Londra. Sua madre Helen…”.» Helen ha indicato se stessa con una risatina. «“… ha dichiarato che la famiglia è al settimo cielo dalla gioia per il ritorno a casa di Cassiel sano e salvo”.»

Ho esaminato la foto. Non avevo la faccia di un impostore. Sembravo vero, pulito, amato e a casa. Sembravo proprio Cassiel Roadnight. È straordinario quali tempeste possano nascondersi dietro un viso, quali terribili naufragi possano scatenarsi e agitarsi nel profondo senza che una sola onda increspi la superficie. Guardavo la foto e vedevo solo una famiglia riunita al loro figlio. Era emozionante.

Ma sotto l’emozione e lo strano gonfiarsi d’orgoglio c’era uno strato nero di panico, come il carbone nelle viscere delle colline che si alzavano intorno a noi. L’ho guardato scorrermi nella testa come un film.

Dovunque fosse, Cassiel vedeva la sua foto che non era sua. Afferrava il giornale per guardare da vicino quell’immagine in cui c’ero io con la sua famiglia e poi lo accartocciava nel pugno. Strappava dalla pagina il mio viso, un quadrato irregolare che si metteva in tasca, uno spazio vuoto nella foto dove io, dove lui era stato. Cassiel Roadnight stava tornando per riprendersi tutto.

Lo sentivo avvicinarsi. Era sul treno, che osservava il paesaggio sfilargli davanti e il suo viso, il nostro viso, riflesso nel finestrino. Lo vedevo risalire la lunga collina che portava alla sua nuova casa. Ho avuto l’improvvisa, nitida visione di lui davanti alla porta d’ingresso. Il ragazzo la cui vita era stata rubata finalmente era tornato a casa. E, subito dopo, la tragica visione di noi due che ci incontravamo in questa stanza, faccia a faccia, io e la mia menzogna. Frank gli sarebbe andato incontro in veranda.



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