James (Italian Edition) by Tiziana Iaccarino

James (Italian Edition) by Tiziana Iaccarino

autore:Tiziana Iaccarino [Iaccarino, Tiziana]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-09-06T22:00:00+00:00


Capitolo 15

James

Per conoscere me.

L'aveva detto.

Mi resi conto che non doveva essere stato facile per lei ammettere quanto avessi già capito, ma finsi di comprendere il suo comportamento che, invece, per me era del tutto irragionevole.

In quel momento lo squillare del telefono mi destò, per cui mi spostai in salotto per rispondere.

La tempesta infuriava all'esterno e il vento era tanto violento da darci la sensazione che avrebbe potuto scoperchiare il tetto della casa, ma ero preparato a qualunque eventualità. Da sempre mi occupavo dei lavori di manutenzione. A meno che non fossero di una certa gravità e urgenza, non avevo trovato mai problemi nel risolverli.

Il telefono a disco bianco anni settanta di forma rettangolare che ancora funzionava a meraviglia era appartenuto a mio padre e lo usavo per comodità, ma anche nostalgia. In realtà, non mi piacevano gli apparecchi di ultima generazione come cellulari o computer, per quanto ne potessi aver bisogno e li tenevo sempre a portata di mano, data la zona un po' isolata in cui vivevamo a Milford, ma ne facevo volentieri a meno.

Ero orgoglioso degli oggetti che mi aveva lasciato mio padre in eredità. Il suo ricordo e le sue parole, le sue cose e i suoi insegnamenti erano tutto ciò di cui andavo fiero.

«James.»

Ancora la sua voce.

«Emily?»

«Ti prego, non riattaccare.» implorò come se potessi farlo anche se, in realtà, non ne avevo la minima intenzione.

«Che cosa vuoi?»

«Ho bisogno di vederti.»

Sospirai nel pensare al modo con cui liquidarla in quel preciso istante al telefono oppure dandole un appuntamento.

«Non so se sia il caso.»

«Lo è.»

«Va bene. Vediamoci domani alla locanda “The Morrison's house”.»

«No, meglio di no. Potrebbero vedermi e riferirlo a mio marito, non mi sembra il caso.» asserì, decisa. «Credo che la cosa migliore sia vedersi stanotte al lago.»

Ero incerto anche se consapevole che, forse, fosse il modo migliore per troncare la nostra relazione.

«Va bene.»

«Ti aspetto alle due di stanotte nel punto in cui si trovano i cigni al lato della sponda che dà al viale in direzione del piazzale dove si trova la locanda.»

Sospirai ancora.

«Va bene.»

E la comunicazione si interruppe.

Riappoggiai la cornetta al suo posto e pensai di raggiungere la mia ospite che, in cucina, quasi sicuramente, si era messa a mangiare.

La sorpresa di trovarla sulla soglia della porta a osservarmi in silenzio, però, mi indusse a rimanere fermo, immobile nella mia posizione presso il tavolino tondo in noce su cui il telefono faceva bella mostra di sé accanto al divano.

Era molto attraente con i capelli sciolti e il viso primo di make up, mentre indossava una camiciola sgualcita che lasciava poco spazio all'immaginazione.

Abbie in persona.

Mi sembrava lì, davanti a me, a piedi nudi, proprio come le piaceva girare per casa sul parquet freddo, ma accogliente con cui era rivestito il pavimento di buona parte della tenuta.

A che cosa stavo pensando?

Fissavo gli occhi su di lei e mi sembrava di essere tornato ai tempi in cui con Abbie avevamo cercato di avere un figlio in modo insistente. Un figlio che non arrivava, ma che avevamo voluto con tanto amore.



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