Jane Eyre (Italian Edition) by Charlotte Brontë

Jane Eyre (Italian Edition) by Charlotte Brontë

autore:Charlotte Brontë
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Foreign Languages, Foreign Language Fiction, Literary, Literary Fiction, Literature & Fiction, Letteratura, Italian
ISBN: 9788897313199
editore: E-text
pubblicato: 2011-10-01T22:00:00+00:00


Capitolo II

Il signor Rochester mi aveva dato soltanto una settimana di permesso e pure non partii da Gateshead se non dopo un mese.

Volevo andarmene subito dopo i funerali, ma Georgiana mi pregò di attendere la sua partenza per Londra, perché alfine era stata invitata da suo zio Gibson, il quale era venuto ad assistere alla sepoltura della signora Reed e a regolare le faccende di famiglia.

Georgiana diceva di non voler rimanere sola con sua sorella, perché non poteva trovare in lei né simpatia nel dolore, né appoggio nei suoi dolori, né aiuto nei suoi preparativi.

Fui dunque costretta a sopportare gli egoistici lamenti di quella creatura debole di mente ed aiutarla a cucire e a riporre nei bauli i suoi vestiti.

E' vero che mentre io lavoravo ella si riposava, ed io pensavo fra me: "Se fossimo destinati a vivere insieme, cara cugina, le cose andrebbero diversamente e non sopporterei davvero di lavorare da sola; vi lascerei la vostra parte di lavoro e se non voleste farlo, nessuna lo farebbe per voi; vi pregherei di risparmiarmi anche i vostri lamenti, poco sinceri; ma siccome le nostre relazioni debbono durar poco e sono cominciate sotto sinistri auspicii, acconsento a esser remissiva e paziente."

Finalmente Georgiana partì, ma allora Elisa mi pregò di trattenermi una settimana ancora.

Ella diceva che i suoi piani richiedevano tutto il suo tempo e la sua attenzione, perché doveva recarsi in paese ignoto.

Si rinchiudeva in camera sua e vi restava tutto il giorno, occupata a vuotar cassetti e ad empir bauli, a bruciar carte e a fare altri preparativi.

Non comunicava con nessuno, e aveva affidato a me la cura di diriger la casa, di ricever visite e rispondere alle lettere di condoglianza.

Una mattina mi disse che ero libera e aggiunse:

— Vi ringrazio dei vostri servizi e della vostra condotta discreta; vi è molta differenza fra il vivere con una persona come voi e con Georgiana. Voi compite la vostra missione nella vita e non siete a carico di nessuno. Domani parto per il continente e vado a stabilirmi in una casa presso Lillà, in un convento. Là starò tranquilla; per qualche tempo studierò il dogma cattolico ed esaminerò con cura quel sistema religioso; se, come credo, esso è combinato in modo che ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine, accetterò le leggi di Roma e prenderò il velo.

Non espressi alcuna meraviglia per quella risoluzione e non tentai di dissuaderla.

Quando ci separammo mi disse:

— Addio, cugina Jane, vi auguro di esser felice; avete abbastanza buon senso.

— Voi pure non ne mancate, Elisa, ma quando penso che fra un anno il vostro buon senso vi avrà rinchiuso fra le mura di un convento francese.... del resto queste cose non mi riguardano, e se vi conviene, basta.

— Avete ragione, — mi rispose, e ognuna di noi prese una via differente.

Siccome non avrò più occasione di parlare di lei, né di sua sorella, così dirò subito che Georgiana sposò un vecchio signore ricco e che Elisa prese il velo ed è ora superiora del convento ove fece il noviziato ed al quale ha donato i suoi beni.



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