Jazz by Massimo Nunzi

autore:Massimo Nunzi [Nunzi, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2008-04-14T22:00:00+00:00

Thelonious Monk

Monk non ha avuto vita facile, come molti innovatori d’altra parte. In uno dei primi libri che sono stati realizzati per catalogare le tecniche e organizzare il linguaggio del jazz – il già citato volume di John Mehegan scritto nel 1962 – Monk, se non per la sua composizione Round About Midnight, semplicemente non c’é. Non è elencato neanche fra i fondatori del bop, che per Mehegan nel 1962 erano Powell, Gillespie, Parker, Davis, J.J. Johnson e i dimenticati Stan Hasselgard e Serge Chaloff.

Quando nel 1958 Monk vinse il referendum di «Down Beat», molti colleghi lo invidiarono, mettendo in dubbio le reali capacità tecniche del guru del bop. Insomma, una strada difficile e tutta in salita. Non dimentichiamo che le doti tecnico-virtuosistiche di uno strumentista erano supervalutate e che durante il periodo del bop, emersero degli autentici «mostri» di tecnica: Bud Powell, Lennie Tristano e subito dopo Oscar Peterson. Art Tatum fu un riferimento per tutti, il non plus ultra della tecnica pianistica.

Monk è all’opposto. Dotato di una tecnica sua, oltremodo scarna ed essenziale, è un poeta dei silenzi e delle mancanze; è l’astrazione assoluta, il più grande ombreggiatore di melodie. È il De Chirico del bop: come fa il pittore nei suoi quadri, Monk fa percepire inquietanti aloni metafisici, ombre silenziose che si stagliano nella scena, ma che non hanno un punto di origine preciso e rintracciabile. È un graphic designer molto sensibile e intelligente, che utilizza come copertina del suo disco Misterioso, il celebre e inquietante quadro del pittore metafisico che rappresenta un manichino, Il profeta.

Guarda caso, nel disco è presente un capolavoro assoluto di Monk: Round About Midnight, una chiave di accesso al mistero, all’esoterico, a quello che c’è ma non si vede.

Monk ha un segreto da svelare all’umanità e lo fa aprendo spazi sconosciuti e inesplorati. Definisce ombre nette e taglienti, che scaturiscono dal violento contrasto fra i suoi luminosissimi accordi dissonanti, obliqui e spiazzanti, e i silenzi acuti che vi si oppongono. Monk sembra scolpire l’accordo, lo ribatte tre volte e lascia decantare il suono, che assume significato soprattutto per l’aura che rimane dopo che l’accordo è stato espresso. Questo è particolarmente evidente nei suoi piano solo.

Monk intuisce spazi nuovi e mondi silenti, ma brulicanti di presenze misteriose, che precorrono il Miles Davis di In A Silent Way e il Wayne Shorter di SuperNova, ma anche i Weather Report di Mysterious Traveller. In questo senso, Monk è modernissimo anche ora.

Se Monk fosse ancora vivo, il suo stile non suonerebbe obsoleto perché completamente libero dai luoghi comuni di un’epoca e senza la marca del tempo. Come Bach. Il mondo di Monk è un luogo stilistico molto preciso, a cui tutti i musicisti attingono ancor oggi.

Mal Waldron ha un suono mutuato dal suo e lo usa con Billie Holiday, Mingus e Eric Dolphy; Randy Weston e Dollar Brand ne hanno evoluto alcune peculiarità, dandogli altre forme, magari sposandolo con strumenti africani. Randy Weston, pianista e compositore, che nasce con il bop, ma poi sviluppa un rapporto

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