King, Stephen by Angel

King, Stephen by Angel

autore:Angel [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub


15

NON la rivide fino al tardo pomeriggio. Dopo la sua visita, gli fu impossibile lavorare. Fece un paio di futili tentativi, appallottolò la carta e rinunciò. Era un fiasco. Riattraversò la stanza. Durante la laboriosa manovra del trasferimento dalla sedia al letto, gli scivolò una mano e per poco non cadde. Si appoggiò sulla gamba sinistra e sebbene la mossa lo salvasse dalla caduta, il dolore fu terrificante, come se qualcuno gli avesse scaricato all'improvviso nell'osso una dozzina di fulmini. Gridò, s'aggrappò concitatamente alla testata e si issò sul letto, trascinandosi dietro la gamba sinistra infuocata.

Adesso verrà, pensò confusamente. Vorrà vedere se davvero Sheldon si è trasformato in Luciano Pavarotti.

Ma non venne e lui si ritrovò a non poter in alcun modo

sopportare il dolore alla gamba sinistra. Ruotò goffamente sullo stomaco, infilò un braccio in profondità, sotto il materasso, e sfilò una delle confezioni campione di Novril. Mandò giù due capsule senz'acqua, poi si assopì per qualche tempo.

H251 30000 30000 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0HQuando si ridestò, pensò dapprincipio che stesse ancora sognando. Era semplicemente troppo surreale, come la sera in

cui aveva spinto la griglia in camera sua. Annie era seduta sulla sponda del letto. Sul comodino aveva posato un bicchiere pieno di capsule di Novril. In mano teneva una trappola per topi. Nella trappola c'era un topo, grosso, con il pelo arruffato. La trappola gli aveva spezzato la schiena. Le zampe posteriori del roditore sporgevano oltre i lati della tavoletta di legno e ancora sussultavano a intervalli irregolari. Aveva goccioline di sangue sui baffi.

Non era un sogno. Era solo un'altra avventura nel paese delle meraviglie di Annie.

Il suo alito puzzava come un cadavere in decomposizione in mezzo a verdure marcescenti.

"Annie?" Si tirò su, continuando a spostare gli occhi da lei al topo. Fuori era il crepuscolo, uno strano crepuscolo blu, pieno di pioggia. L'acqua scrosciava contro la finestra. Forti folate di vento scuotevano la casa, facendola scricchiolare.

Qualunque cosa non andasse in lei quella mattina, era decisamente peggiorato nel corso della giornata. Si rese conto che la stava vedendo denudata delle sue innumerevoli maschere: quella era la Annie autentica, la Annie di dentro. La sua faccia che in precedenza gli era sembrata così spaventosamente solida sembrava ora ceduta, come una forma di pasta lievitata e sgonfiata. Aveva gli occhi vacui. Si era vestita, ma aveva indossato la sottana alla rovescia. Aveva ematomi nuovi e altre macchie di sangue sugli indumenti. Quando si muoveva, i suoi abiti emanavano troppi odori diversi perché Paul potesse contarli. Quasi un'intera manica del cardigan era zuppa di una sostanza semirappresa, con un odore di sugo di carne.

Gli mostrò la trappola. "Entrano in cantina quando piove." Il topo imprigionato mandò un debole squittio e serrò vanamente i denti. I suoi occhietti neri, infinitamente più vivaci di quelli della sua aguzzina, finalmente si ribaltarono. "Io sistemo delle trappole. Ci sono costretta. Le ungo con grasso di pancetta. Ne prendo sempre otto o nove. Certe volte ne trovo altri..."

In quel momento staccò.



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