L_ultimo albero_ Antiromanzo (Contemporanea Vol. 134) (Italian Edition) by Claudio Gallo

autore:Claudio Gallo [Gallo, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La Vita Felice
pubblicato: 2019-11-19T23:00:00+00:00

I DERVISCI

«Quell’idiota è di nuovo sparito» urlava Annelise nel guscio del cellulare turco.

«Speriamo che non gli sia successo nulla, proprio adesso.» All’altro capo della linea il commissario Ziegler sospirava rilasciando il fumo della sigaretta.

«Speriamo non l’abbiano preso loro» fece la ragazza proprio mentre la porta della stanza 101 si apriva.

«Loro chi?» fece Giulio entrando.

«È qui» sussurrò Annelise e chiuse di colpo il telefono.

«Chi chiamavi?»

«Un’amica di Monaco. Ma dove sei stato tutto questo tempo?»

«Ti avevo lasciato un biglietto...»

Lo sguardo di Annelise dardeggiava, poteva accadere qualsiasi cosa.

Ma...

ma...

una variazione fortuita delle impressioni barcollanti sul pavimento scivoloso dell’attenzione stava girando la manopola del metabolismo. Le menti sprezzanti si credevano ancora al di sopra del mondo organico, ma cominciavano a essere investite da un certo calore, senza scampo. Ognuno con il ritmo diverso del proprio genere.

Forse perché certi pensieri stavano cristallizzandosi nella forma di una soluzione all’impasse relazionale. Forse perché nello spazio le orbite di due corpi celesti stavano per transitare nel punto di massima prossimità, detto amplesso planetario. Fatto sta che lo sfolgorio cattivo di quello sguardo secco e furioso si inumidì, trascolorando in una vibrazione luminescente, sebbene non ancora tiepida.

Lunare.

Un attimo prima voleva ucciderlo, ora lo abbracciava come se fosse stato Adamo in paradiso. Nel mezzo erano usciti i numeri vincenti della lotteria.

Scivolato silenziosamente nella stanza, il demone della lussuria era padrone della partita. Aveva scalzato all’ultimo istante, con cornuta maestria, il collega affamato di rabbia e si preparava a succhiare la sua dose di energia vitale, direttamente dalle anime. Aveva saputo scegliere il momento in cui le passioni salgono alla testa, gonfiando le vene del collo, ma non sono ancora del tutto individuate. Indirizzate da un diavolo esperto e fortunato, potevano cristallizzarsi all’ultimo istante, trascinando l’inconsapevole essere umano nelle direzioni più imprevedibili, almeno per lui. Retrospettivamente, le vittime avrebbero impresso il sigillo della scelta volontaria sopra a decisioni orchestrate dalle forze da cui erano state trascinate, irresistibilmente.

«Ho avuto paura per te» disse lei con un afflato femminile mostruoso, materno persino.

«Perché mai?» disse lui che continuava a pensare alla Cappadocia senza un motivo, tra una vampata di calore e l’altra.

Lei lo baciò. Non era la prima volta ma ogni volta sembrava l’ultima. Le labbra di Annelise erano rigide all’esterno, morbide e cedevoli dentro, nella regione in cui il bacio penetra oltre i confini dell’ordinaria decenza. Giulio fu investito dal tepore irradiante dal corpo di lei, dalla percezione dei muscoli tesi del dorso, dalla pressione delle cosce lisce contro le sue. Le glandole stavano sciogliendo nel sangue la loro polverina rapace, marea stordente che lambiva la testa. Lo schermo 3D della mente di Giulio era saturato dai segnali ricevuti dagli occhi: sempre più rapidamente si combinavano in immagini immaginate che salivano senza fine dall’abisso inconscio, formando un mondo parallelo, destituito di realtà.

Ma vivido, scintillante.

Come un’interferenza, spot insensato, passavano scorci di paesaggio della Cappadocia, rapidi e muti. Il demone della lussuria, appeso al lampadario con gli zoccoli incrociati, osservava dall’alto i due rivoltarsi sul materasso come mosche in trappola. La sua bava sottile colava elettrica sui corpi di sotto.

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