La banda dei cinque - 6. Ritorno sull'isola by Enid Blyton

La banda dei cinque - 6. Ritorno sull'isola by Enid Blyton

autore:Enid Blyton [Blyton, Enid]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788852092114
Google: KEyEDwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2019-01-22T17:13:44+00:00


CAPITOLO DODICI

DI NUOVO LA VECCHIA MAPPA

Quando rientrarono, era solo l’una e mezzo: avevano pranzato molto presto e non si erano fermati a lungo sull’isola. Joanna fu piuttosto sorpresa di vederli.

«Be’, eccovi qua» disse. «Spero che non vogliate pranzare di nuovo, perché in casa non è rimasto niente. Devo andare a fare la spesa.»

«Oh no, Joanna, abbiamo già fatto un picnic» disse la mamma di George. «E per fortuna avevamo preparato parecchio cibo, perché mio marito se n’è mangiato praticamente metà! Invece non ha mangiato la zuppa, e adesso ovviamente è andata a male.»

«Oh, questi scienziati! Sono come i ragazzini» commentò Joanna.

«Be’, non direi!» ribatté George. «Nessuno di noi avrebbe fatto andare a male la tua buonissima zuppa. Sai benissimo che ce la saremmo spazzolata subito tutta!»

«È vero, in effetti non posso proprio accusarvi di sprecare il cibo, né voi, né Timmy» disse Joanna. «Fate sempre un ottimo lavoro, voi. Ma a proposito, dov’è Timmy?»

«L’ho lasciato sull’isola di guardia al papà» rispose George. Joanna la fissò, stupita. Sapeva quanto era affezionata al suo cane.

«A volte sei davvero una ragazzina in gamba!» esclamò. «Oh, insomma, se avete ancora fame andate a guardare nella scatola dei biscotti. Ho preparato i tuoi preferiti, George, quelli allo zenzero. Andate a prenderli.»

Era tipico di Joanna! Quando uno era giù di morale, era sempre pronta a offrirgli le sue prelibatezze. George non se lo fece ripetere due volte.

«Grazie, Joanna, sei molto gentile» disse la mamma di George. «Sono così sollevata al pensiero che Timmy sia rimasto sull’isola. Sono più tranquilla per mio marito.»

«Cosa facciamo oggi pomeriggio?» chiese Dick, una volta che ebbero finito di sgranocchiare i deliziosi biscotti allo zenzero. «Caspita, che buoni. Per me i cuochi dovrebbero ricevere delle medaglie al merito, come i soldati, oppure dei premi come gli scienziati e gli scrittori. A Joanna darei l’MCDM!»

«E che roba è?» chiese Julian.

«Il premio per la Migliore Cuoca del Mondo» rispose lui sorridendo. «Cos’altro, sennò?»

«Sei veramente un pagliaccio» disse Julian. «Quindi? Oggi cosa facciamo?»

«Andiamo a esplorare il passaggio alla cava» propose George.

Julian lanciò un’occhiata fuori dalla finestra. «Sta per piovere» disse. «Sarebbe difficile arrampicarci sulle pareti della cava: sono ripide e il fango le renderebbe scivolose. È meglio aspettare una bella giornata.»

«So io cosa potremmo fare!» esclamò Anne all’improvviso. «Vi ricordate la vecchia mappa del castello di Kirrin che abbiamo trovato tempo fa in quella scatola? C’era la pianta del castello, dai sotterranei al primo piano. Be’, tiriamola fuori e studiamola! Adesso che sappiamo che da qualche parte c’è un altro nascondiglio, potremmo individuarlo sulla mappa. Sono sicura che c’è, siamo noi che non l’abbiamo notato!»

Gli altri la guardarono elettrizzati. «Questa sì che è una grande idea, Anne» disse Julian, e lei si illuminò per il complimento. «Proprio una bella trovata, l’attività perfetta per un pomeriggio di pioggia. Dov’è la mappa? George, l’hai messa in qualche posto al sicuro?»

«Certo!» confermò lei. «È ancora nella vecchia scatola di legno, dentro la fodera. Vado a prenderla.»

Sparì al piano di sopra e tornò con la mappa di spessa pergamena ingiallita.



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